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Nonostante i molti dati positivi riguardanti l’automotive, serviranno anni per far tornare il settore alla normalità. E’ quanto emerso dall’ultimo incontro del ForumAutomotive, all’interno del quale sono state discusse diverse questioni riguardanti il settore. Tra i temi sviscerati c’è stato anche quello dei 50milioni di euro stanziati dal Governo per i bonus e gli incentivi auto partiti dal primo agosto in Italia. Secondo gli esperti si tratta di buoni punti di partenza che, però, dovranno macinare ancora molta strada per rialzare il settore piegato dalle grave crisi economica dovuta all’emergenza santaria.
La normalità, a detta di molti, è un miraggio lontano a cui si fa fatica a pensare potendo contare su basi solide. Quello che più temono gli esperti è l’arrivo dell’autunno e la domanda, che in molti si stanno ponendo, riguardante il futuro: ci sarà una seconda ondata di contagi che bloccherà nuovamente tutto? Secondo gli esperti, quello di cui necessita al momento il settore è un intervento deciso e mirato che possa contare su strategie profonde e comuni a tutti. Gli stessi, sempre all’interno del dibattito, hanno infatti dichiarato che serve creare un team di persone ed enti che conoscano in maniera approfondita le reali esigenze del mercato e del comparto dell’automotive al fine di trovarsi preparati per qualsiasi evenienza.
“La pandemia non è finita e l’autunno ci preoccupa. Le soluzioni ci sono: lavorare sulle competenze, stimolare innovazione organizzativa, rendere le filiere affidabili” – ha commentato Roberto Benaglia,neo segretario generale di Fim Cisl, il quale a sottolineato del fatto che il settore abbia necessità assoluta, oggi più che mai, “di maggiore qualità del lavoro e di interventi decisivi”. Durante l’incontro decisivi sono stati anche i commenti di Dario Duse, managing director di AlixPartners, Alessandro Galimberti, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia e infine quello di Marco Alù Saffi, direttore delle relazioni esterne di Ford Italia. Per i tre serve ripensare alla mobilità prendendo esempio dai paesi straneri, tenendo conto di quelle che potrebbero essere le dinamiche da qui ai prossimi vent’anni. Al centro del dibattito la mobilità privata più intelligente, la quale, soprattutto secondo Galimberti, avrà un ruolo importante nel futuro e va tenuta dunque in considerazione. Anche i numeri sono stati al centro della discussione. Secondo Duse infatti “quest’anno l’industria perderà volumi simili all’intero mercato europeo pre-crisi e il buco nei prossimi tre anni potrebbe significare circa 220 miliardi di dollari di profitti in meno per il settore”. Dati allarmanti che vanno sviscerati sin da subito portando gli esperti, nell’immediato a trovare soluzioni concrete affinchè possa esserci futuro sereno per il settore.
“Nei sei mesi appena trascorsi abbiamo subito una perdita di circa 600.000 immatricolazioni. I fondi europei rappresentano un’ottima opportunità, per sviluppare un grande piano per la mobilità del futuro al pari di quanto fatto dai francesi, che in sole 28 pagine hanno fissato e finanziato le azioni necessarie per dotare il paese di una rete capillare di colonnine di ricarica e per diventare il paese leader nella produzione di batterie, vero segreto per avere un ruolo dominante nella mobilità del futuro” – ha concluso infine Saffi.
Insomma, i danni causati dalla pandemia hanno sicuramente frenato tutto il comparto con una ripresa che fa fatica ad arrivare. Per tornare alla normalità, dichiarano gli esperti, ci vorranno anni. Quello che è necessario fare però, secondo gli stessi, è trovare punti comuni affinchè si possa ripartire subito e in sinergia, proiettati verso obiettivi simili che vedano tutte le possibili soluzioni come risposte utili per il futuro dell’automotive.