Coronavirus e mobilità, quali sono i cambiamenti in corso scaturiti dalla pandemia?

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Impennata della micromobilità, ritorno alla cultura dell’auto di proprietà soprattutto se elettrica, calo del car sharing e strade e vetture “smart”, sono solo alcuni dei cambiamenti riguardanti la mobilità scaturiti dalla pandemia globale.

Gli esperti ne parlano spesso al futuro, la verità però, secondo altri, è che la rivoluzione è in corso. Gli stessi italiani, stando ad un’indagine effettuata dall’osservatorio Nazionale Sharing Mobility, sono convinti che gli spostamenti stanno avvenendo in modo totalmente diverso rispetto a prima del Coronavirus.  Il bisogno di sicurezza, ad esempio, è balzato al primo posto tra le priorità dei viaggiatori e dei pendolari. Complice la necessità di proteggersi dagli eventuali contagi. Necessità di igiene, distanziamento sociale, ma anche prevenzione, hanno completamente stravolto le previsioni in voga prima che fosse dichiarata la pandemia, periodo in cui si preannunciava un futuro critico per l’auto personale, completamente rimpiazzata dall’idea di sharing.

Secondo i dati, il futuro, come già detto, per molti esperti “già presente”, vede, come già detto, l’auto di proprietà tornare tra le necessità primarie. Un’altra rivoluzione, già in corso, è quella della necessità di affidarsi ad automobili smart e connesse, tra queste soprattutto quelle elettriche o elettrificate. Il mercato delle “auto intelligenti”, secondo l’Osservatorio Smart & Connected Car del Polimi, avrà infatti una crescita notevole nel corso dei prossimi mesi. Strettamente collegato all’idea di vettura smart vi è sicuramente il discorso che riguarda le smart road, attraverso le quali i veicoli potranno comunicare e connettersi tra di loro. Anche in questo caso, la necessità di adattarsi ad abitudini che si modificano di giorno in giorno, sta rendendo necessario velocizzare il processo di modernizzazione delle strade.

Ma il cambiamento non è positivo su tutti i fronti. A subire un forte declino, nel corso di questo mutamento, è sicuramente il trasporto pubblico. Mentre le automobili personali e tutto quello che gira intorno al comparto subirà, secondo gli esperti, un importante impennata, già nel mese d marzo 2020, in pieno lockdown, si è verificato un crollo verticale della domanda di mobilità pubblica che ammonta al meno 80%. I dati parlano di un settore, quello del trasporto pubblico locale, che in media, in Italia, perde 130milioni di euro al mese. Una “naturale” conseguenza della pandemia che ha visto le abitudini dei cittadini cambiare, preferendo mezzi personali a tram, trani o autobus.

Ad aggravare la situazione è stata la necessità di mantenere il distanziamento sociale all’interno dei mezzi, fattore che, sebbene sia stato necessario per motivi di sicurezza ha creato diversi disagi ai pendolari che hanno dovuto sottostare a modifiche di orari e abitudini. Proprio all’inizio del mese di agosto le due compagnie Italo e Trenitalia avevano provato a ribellarsi alle regole fissate dal governo abolendo il distanziamento tra i posti a sedere, rivolta bloccata sul nascere.

Un altro settore a rischio, secondo i dati, è quello del car sharing. Il settore, già in crisi prima della pandemia, ha ad oggi un calo del 25% del mercato. I cittadini preferiscono infatti la condivisione dei mezzi della micromobilità come biciclette o monopattini, all’idea di dover condividere un’automobile che, secondo molti, potrebbe essere veicolo di contagio.

Insomma, il cambiamento secondo gli esperti è già in corso e va nella direzione di una mobilità ecologica e pulita. Un’ottima notizia se si considera che, durante il lockdown, in Italia, così come in altri paesi, è stato certificato un calo dell’inquinamento atmosferico facendo prendere atto, soprattutto da parte degli esperti, che è arrivato il momento di avviare delle serie riflessioni per approfittare del momento storico, imparare da esso e cambiare drasticamente le abitudini.

La direzione da seguire, hanno spiegato gli stessi, deve essere sicuramente quella green, con un integrazione intelligente dei sistemi e con cambiamenti, dunque, che siano funzionali e smart, non solo per l’uomo, ma anche per l’ambiente.

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