cinture di sicurezza
Ogni anno, in Italia, si contano più di 3mila morti a causa di incidenti stradali (decessi avvenuti entro 30 giorni dall’evento) e più di 241mila feriti ospedalizzati. Dati che fanno rabbrividire, considerando l’enorme costo di vite umane, nonché le gravi conseguenze per il sistema sanitario del paese. I dati sono stati presentati, lo scorso martedì, in occasione di un evento virtuale di presentazione dello studio condotto in collaborazione tra Bosch e Automobile Club d’Italia e realizzato dalla Fondazione Filippo Caracciolo di ACI in collaborazione con il Politecnico di Torino. Un rapporto che, tra i vari punti su cui accende i riflettori, dimostra l’efficacia del sistema di assistenza alla frenata, uno degli ADAS – sistemi avanzati di assistenza alla guida – più importanti, negli incidenti per tamponamento.
Già nel 2019 una simile ricerca Bosch-ACI aveva dimostrato come i veicoli dotati di sistemi di assistenza alla guida siano coinvolti in incidenti 5,7 volte ogni milione di chilometri, a differenza delle che sono sprovviste di tali tecnologie ADAS, che vengono coinvolti fino a 15 volte ogni milione di chilometri percorsi. Lo stesso studio aveva evidenziato, inoltre, come proprio il sistema di assistenza alla frenata riducesse fino al 38% le probabilità in meno di essere coinvolti in un incidente stradale rispetto alle auto che ne sono sprovviste. A fare un ulteriore passo in avanti è il rapporto presentato per l’anno 2020, che restringe il campo d’indagine agli incidenti per tamponamento – che rappresentano quasi un terzo del totale – e al ruolo svolto dall’assistenza alla frenata. In questo caso, la riduzione dei sinistri per tamponamento nei veicoli con meno di 3 anni è stimata al 45%. Ciò sta a significare che quasi 1 tamponamento su 2 viene evitato grazie a tale tecnologia ADAS.
“Come indicato dalle stime delle Nazioni Unite, il 90% degli incidenti stradali è attribuibile all’errore umano – ha spiegato Gabriele Allievi, Amministratore Delegato di Bosch Italia, ricordando che – è anche per questo che ci impegniamo per rendere la mobilità sempre più sicura e a zero incidenti, ampliando il nostro portfolio con sistemi che proteggono gli utenti della strada e perfezionando costantemente le funzioni già esistenti”. Al fine della ricerca, è stato fondamentale incrociare diverse tipologie di dati, tra cui le informazioni sulle percorrenze provenienti dalle scatole nere di un campione italiano di 1,5 milioni di veicoli nel 2017 e 1,8 milioni nel 2018, le informazioni sulla natura degli incidenti estratte dal database ACI-ISTAT e i numeri relativi ai modelli di autovetture circolanti registrati nel Pubblico Registro Automobilistico.
“Una maggiore e sempre più accessibile diffusione dei dispositivi ADAS rappresenta una straordinaria opportunità per ridurre il numero dei sinistri sulle strade – è stato, invece, il commento di Giuseppina Fusco, presidente della Fondazione Caracciolo e vice presidente di Automobile Club d’Italia – Questo, tuttavia, non ci esonera dall’impegno educativo nei confronti dei conducenti, chiamati sempre più all’adozione di comportamenti di guida vigili e rispettosi delle norme, per un modello di condivisione della strada, nel quale possano circolare in piena sicurezza autovetture e nuovi due ruote leggere”.