cinture di sicurezza
Secondo i dati raccolti dal report effettuato da Aci-Istat nel 2020, nel 2019, ci sono stati 172.183 incidenti stradali con lesioni a persone. Le vittime, nello specifico, sono state 3.173 mentre i feriti 241.384. Di queste oltre tremila vittima, 2.222 erano conducenti, 417 passeggeri e 574 pedoni. Le vittime, stando a quanto emerso dal report, sarebbero in calo rispetto all’anno precedente. Nel dettaglio, per il secondo anno consecutivo, in tutti gli ambiti stradali si è registrato un calo del 6,1% su autostrade, tangenziali e raccordi autostradali, meno 5% sulle strade urbane e meno 4,4% sulle extraurbane.
Numeri che, stando a quanto dichiarato da Angelo Sticchi Damiani, presidente Aci Italia, non devono rassenerare gli animi, al contrario, ha specificato lo stesso “se da una parte i dati ci riportano un calo di incidenti, morti e feriti, dall’altra registriamo, purtroppo, un aumento delle vittime nelle categorie vulnerabili, in particolare tra i ciclisti e gli utenti delle due ruote in generale”.
Ci sono, dunque, due punti di vista attraverso i quali leggere questi dati. Da un lato, in maniera positiva, poiché ci sono stati infatti 161 morti in meno rispetto al 2018, dall’altro però, come specificato daL presidente Aci Italia, non si può parlare di trionfo. A confermare quanto espresso da Sticchi Damiani, anche il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, il quale ha dichiarato che, giunti quasi alla conclusione della decade in corso, l’obiettivo di dimezzamento delle vittime incidenti stradali, “malgrado i netti miglioramenti registrati nel 2019 è ancora troppo lontano in Italia, soprattutto per le categorie di utenti più vulnerabili”.
Le tre cause principali, secondo il report, sarebbero da attribuire a comportamenti umani, ovvero: distrazione, mancato rispetto della precedenza o del semaforo e velocità troppo elevata. Fattori che, secondo gli esperti del settore, vedono ancora lontana la possibilità di un avvicinamento sempre più concreto all’obiettivo “zero vittime”.
Una risposta però è stata fornita da Volvo Cars, costruttore automobilistico svedese che ha fatto della sicurezza stradale la sua Mission. Volvo, tra i primi a farsi promotrice dell’uso del seggiolino auto montato nel senso contrario di marcia e delle cintrure di sicurezza a tre punti, anche negli ultimi giorni, ha continuato a promuovere attivamente la sicurezza stradale portando avanti l’idea che non serva solo progettare e realizzare strade culturale, ma serve, invece, secondo la stessa casa automobilistica, un cambiamento culturale che parta proprio da chi si occupa del settore.
Per questa ragione, negli scorsi giorni, l’azienda ha lanciato, alcune conversazioni mirate a discutere sul tema. Coinvolte nei talks, realizzati nei Volvo Studo, le città di Milano, Stoccolma, New York, Tokyo e Varsavia. Dialoghi aperti che hanno toccato, nello specifico, diversi aspetti dell’argomento, in un’ottica improntata alla condivisione e al confronto nel tentativo di trovare soluzioni mirate al raggiungimento degli obiettivi in tutto il mondo, oltre che in Italia.
“La Sicurezza è da sempre il principio che guida le azioni di Volvo – ha dichiarato Michele Crisci, presidente Volvo Car Italia, in occasione del suo intervento – riteniamo che un costruttore automobilistico abbia il dovere di occuparsi di tutti i fattori che influiscono sulla sicurezza del traffico. In passato così come oggi, le nostre proposte hanno fatto e fanno discutere. Noi siamo convinti che l’importante sia mantenere viva l’attenzione di tutti sul tema della Sicurezza, anche provocando reazioni. Il nostro solo e unico obiettivo è lo stesso, da sempre: far sì che tutti coloro che utilizzano la strada siano al sicuro, dentro e fuori l’auto” – ha concluso lo stesso.
Volvo, proprio per dimostrare quanto sia importante il proprio pensiero, ha infatti recentemente deciso di limitare la velocità massima dei suoi veicoli a 180 km/h a partire da quest’anno. Decisione che, a detta della stessa azienda, provocherà non poche polemiche. Inoltre, sui veicoli Volvo di prossima generazione verranno installati sistemi di monitoraggio della guida attraverso telecamere per contrastare gli effetti della distrazione o della guida in stato di alterazione psicofisica. Sistema che prevedrà anche la possibilità di un intervento in automatico del veicolo in caso di pericolo.
“Attraverso queste proposte – conclude la casa automobilistica – Volvo Cars intende sottolineare come un costruttore di auto non si debba sottrarre alla responsabilità di migliorare la sicurezza del traffico concentrandosi sui comportamenti pericolosi di chi si siede alla guida di un’auto. Le tecnologie oggi disponibili consentono infatti di intervenire per limitare gli effetti di tali comportamenti. Il sistema Care Key, le telecamere per il monitoraggio della guida, la limitazione della velocità massima dell’auto, così come i sistemi di assistenza alla guida già oggi disponibili, condividono la stessa finalità: rendere la guida più sicura”.