Sicurezza stradale, obiettivo rischio zero: connessioni veloci ed elettrificazione dei veicoli per raggiungerlo?

Foto di iseweb.net

Sicurezza stradale, cosa serve per raggiungere l’obiettivo “rischio zero”? Una domanda a cui molti hanno provato a dare risposta, nel tentativo di trovare, il prima possibile, soluzione ad una problematica riguardante le strade italiane e non solo.

Ogni anno, infatti, nonostante ci sia una leggera inversione di rotta per quanto riguarda i numeri delle vittime, ancora non si sono raggiunti gli obiettivi utili per poter dichiarare conclusa la strada da percorrere per raggiungere l’obiettivo imposto sia dalla comunità europea, sia dalle istituzioni italiane, pari a rischio zero.

Una ricognizione, negli scorsi giorni, è stata effettuata da Vincenzo Borgomeo, giornalista da sempre attento al settore automobilistico sportivo e non, il quale, in un articolo dedicato allo stato dell’arte delle tecnologie automobilistiche utili per migliorare la sicurezza stradale, ha provato a tracciare le linee guida per raggiungere l’obiettivo.

Puntare su connessioni veloci, in maniera tale che lo scambio di informazioni tra veicoli renda pari a zero il numero di urti e dei possibili pericoli derivanti dal traffico. Questa la soluzione secondo Borgomeo che, attraverso un excursus storico sulle tappe che hanno portato al miglioramento degli standard di sicurezza, ha cercato di snocciolare tutte le questioni senza le quali, oggi, l’Italia nello specifico, sarebbe ancora molto indietro rispetto a certi temi.

Tra questi sicuramente il superamento del periodo in cui l’elettronica era considerata ancora pura avanguardia. A bordo delle auto infatti si puntava tutto sulla meccanica, ovvero cinture di sicurezza, airbag, scocche rinforzate, cruscotti imbottiti e parabrezza stratificati.

Il punto di svolta, secondo il giornalista, è stato infatti rappresentato dall’introduzione dell’Abs, grazie al quale era ed è tuttora possibile frenare e sterzare allo stesso tempo. Successivamente, ulteriore punto focale utile al miglioramento della sicurezza, è stata l’introduzione dell’Esp, ovvero il controllo elettronico di stabilità.

Si tratta, nello specifico, dei primi passi mossi nei confronti della guida autonoma, ovvero del tentativo di trasferire molte delle funzionalità che prima spettavano al pilota, direttamente all’autovettura.

La guida autonoma, secondo il giornalista, ma anche secondo diversi esperti del settore dell’automotive, sempre più proiettati ad una transizione ad una concezione smart dei veicoli, è stata una vera e propria svolta,

Prezioso, secondo Borgomeo, è stato, tra gli altri, anche il sistema anti tamponamento che, da optional, è passato ad obbligatorio per le nuove auto, e ha ridotto del 45% le collisioni. Dati confermati anche dalla Fondazione Caracciolo di Aci in collaborazione con il Politecnico di Torino.

L’utilità di queste tecnologie è stata fortemente voluta dalla Commissione Europea, secondo la quale questi sistemi sono capaci di prevenire circa 25mila morti e 140mila feriti. Si tratta di previsioni a lungo termine, riguardanti nello specifico, le strade europee tra il 2022 e il 2038.

Quella cui si va incontro, secondo quanto dichiara la stessa Commissione e molti esperti del settore, è una transizione difficile non priva di ostacoli. Tra questi, secondo quanto specificato ancora da Borgomeo, la difficoltà immediata nell’aggiornamento in senso tecnologico delle automobili con conseguente svecchiamento del parco circolante.

Si tratta però di una transizione difficile che vede alcuni ostacoli, tra questo sicuramente, secondo il giornalista, l’aggiornamento in senso tecnologico delle automobili e dunque del conseguente svecchiamento del parco circolante. Lo sforzo deve essere volto ad incentivare gli utenti a cambiare vettura in favore di nuove auto sempre più dotate di assistenza alla guida.

“Per questo però – come conclude Borgomeo – è necessario che le istituzioni intervengano attraverso contributi da erogare per sostenere questo cambiamento”.

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