cinture di sicurezza
Ridurre gli incidenti stradali del 50% entro il 2030. E’ l’impegno preso da Anas, riguardante rete stradale e autostradale, in occasione della Giornata mondiale in Ricordo delle Vittime della Strada.
Il tema, riguardante l’obiettivo auspicabile, è stato discusso a lungo durante un webinar dal titolo “Sicurezza stradale: obiettivo zero vittime”, organizzato in collaborazione, con l’associazione mondiale della strada, Piarc Italia.
Il traguardo delle zero vittime è ormai il leit motiv che spinge istituzioni, ma anche esperti del settore, a cercare sempre più soluzioni affinché si possa, in tempi brevi, rendere maggiormente sicure le strade italiane.
I dati dell’ultimo rapporto Istat, inquadrano uno scenario ancora lontano da quelli che sono gli obiettivi imposti. Nel 2019, sono stati 172.183 gli incidenti stradali con lesioni a persone in Italia. Nello specifico, 3.173 le vittime e 241.384 i feriti.
“Anas, insieme al Gruppo Fs Italiane e in linea con le direttive del MIT – ha commentato l’amministratore di Anas Massimo Simonini – è impegnata nell’obiettivo di ridurre gli incidenti stradali sulla propria rete stradale e autostradale del 50% entro il 2030. Per raggiungere questo grande obiettivo abbiamo predisposto un piano d’azione strategico a breve termine che al primo posto vede destinare sempre più risorse alla manutenzione programmata per sviluppare sulle nostre arterie misure di sicurezza passiva come barriere di protezione ad alta efficienza progettate da Anas” – ha specificato Simonini, sottolineando anche che le misure riguarderanno anche nuova pavimentazione, segnaletica stradale, illuminazione di strade e gallerie per migliorare la visibilità, ma non solo.
I vertici di Anas hanno definito una vera e propria strategia di investimento focalizzata, nello specifico, oltre che sulla manutenzione programmata e sul potenziamento della rete stradale, anche alla sensibilizzazione al tema. L’obiettivo, nello specifico, è quello di superare le logiche di intervento sporadico o emergenziale in favore di azioni che siano invece a lungo termine e siano dunque capaci di prevenire le eventuali criticità. Questo approccio, secondo quanto emerso durante il webinar, sarà possibile grazie alle risorse previste dal Contratto di Progrmma Anas 2016-2020, il quale è stato rimodulato passando da 23,4 miliardi, ad un totale di 29.9 miliardi di investimenti.
Di questi, 15,9 miliardi saranno dedicati alla manutenzione programmata, adeguamento e messa in sicurezza della rete, 14 miliardi alle nuove opere e completamenti degli itinerari, la restante parte sarà utilizzata per gli investimenti dedicati alle diverse regioni. Il 5% del totale sarà invece destinato agli investimenti per danni ed emergenze oltre che fondo progettazione e investimenti in tecnologie stradali e applicazioni tecnologiche.
Insomma, il webinar è stato un modo per rimarcare la necessità di agire immediatamente affinché il 2030, veda nel concreto un cambiamento radicale sulle strade, non solo con numeri delle vittime e degli incidenti pari a zero, ma anche con autisti sempre più sensibili al tema della sicurezza stradale. Si tratta, nel dettaglio, di un percorso che, per Anas, si snoderà su due fronti: da una parte riguarderà il potenziamento degli standard di sicurezza relativi alla propria rete, dall’altro alla sensibilizzazione al rispetto delle regole del Codice della Strada, concetti rimarcati anche dal sottosegretario del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Roberto Traversi, presente al Webinar .
“In questi mesi – ha commentato Traversi – abbiamo lavorato per definire i primi passi per la realizzazione del Piano Nazionale per la Sicurezza Stradale 2030 che guiderà gli interventi del ministero con l’obiettivo di dimezzare in dieci anni la mortalità per incidente stradale. Già dalle linee guida, però, l’approccio con il quale ci siamo mossi è quello di rendere la strada un ambiente sicuro tanto per le caratteristiche di progettazione e manutenzione quanto per le abitudini di chi la frequenta. Per la prima volta, poi, vogliamo che l’attenzione si sposti anche alle misure del post incidente, all’assistenza ai soggetti deboli coinvolti e alle strutture riabilitative del territorio. In questo modo, davvero, potremo avvicinarci a quell’obiettivo zero vittime che per tutti resta l’aspirazione massima” – ha concluso Traversi.