Come sono cambiati gli stili di vita dal punto di vista della mobilità, a causa della pandemia da Covid. Lo rivela una indagine di Altroconsumo , finanziata dalla Commissione Europea e coordinata dal BEUC, realizzata a ottobre 2020. Il primo sostanziale cambiamento è la diversa organizzazione del lavoro imposta dalla diffusione del virus e che ha portato molte più persone a fare lo smart working. Prima del Covid, il 29% dei lavoratori dipendenti lavorava presso un’azienda in cui lo smart working era consentito almeno parzialmente. Questa percentuale è balzata al 64% (più del doppio) durante il lockdown della scorsa primavera e a ottobre si è mantenuta su livelli molto più alti rispetto alla situazione pre-Covid, ovvero al 56%.
Il calo della mobilità non riguarda solo gli spostamenti per raggiungere la sede di lavoro, ma anche una serie di attività legate allo svago. Il 66% ad ottobre (quando non erano partite le misure restrittive attualmente in vigore) riteneva insicuro partecipare a eventi pubblici al chiuso, il 51% utilizzare impianti sportivi come palestre e piscine, il 44% frequentare bar e pub, il 44% partecipare ad eventi pubblici all’aperto, il 41% andare al centro commerciale e il 36% mangiare al ristorante. Ad Ottobre 2020 – rivela Altroconsumo – la paura del contagio influenzava gli spostamenti degli italiani sotto diversi aspetti. Innanzitutto il tipo di luoghi in cui ci si recava era condizionato per il 75% del campione, molto condizionato per il 23%. Anche la frequenza degli spostamenti ne ha risento (72%), per alcuni anche molto (14%). È cambiata anche la scelta dei mezzi di trasporto (61%), per un 26% anche di molto.
Si è quindi registrato un calo dell’uso dei mezzi pubblici, con un aumento dell’auto privata. Se prima del coronavirus il 27% degli italiani utilizzava i bus almeno una volta a settimana, a ottobre questa percentuale è calata al 15%, quasi la metà. Sono calati anche gli spostamenti a piedi (46% meno di prima, 15% più di prima), mentre è in positivo il saldo riguardo l’uso della bicicletta (21% la usa di più; 14% di meno) e dell’automobile privata (25% la usa di più; 20% di meno). Un intervistato su cinque ha riscontrato un allungamento dei tempi necessari per raggiungere le stesse destinazioni rispetto a quanto avveniva prima della pandemia e altrettanti (20%) affermano che la coesistenza in strada tra i diversi mezzi (automobili, motorini, biciclette, monopattini…) è diventata più difficoltosa. In termini di rischio di contagio, la gran parte degli intervistati considera insicuro utilizzare i mezzi di trasporto pubblici (80%), il 59% ritiene insicuro utilizzare il car sharing, il 49% prendere il taxi e il 38% utilizzare altre piattaforme di mobilità condivisa (bici, motorini, monopattini).