Mobilità, con la transizione all’elettrico aumentano le opportunità di lavoro. Lo studio di Volkswagen

Foto di iseweb.net

Con la transizione alle auto elettriche aumentano anche le opportunità di lavoro. E’ quanto emerge da uno studio commissionato da Volkswagen.

E’ un dato di fatto, con la transizione alla mobilità sostenibile, il comparto subirà, inevitabilmente, dei cambiamenti. Tra gli “effetti collaterali” della transizione vi è infatti sicuramente quello rappresentato dalla filiera di produzione e dunque, dell’occupazione.

Se da una parte, secondo lo studio, sono previste perdite di lavoro comprese fra il 7 e il 20% a causa dei radicali cambiamenti nelle competenze richieste, dall’altra, secondo lo studio, ci sarà un aumento delle attività di pianificazione e amministrative. Questi due settori, in particolare, richiederanno  l’aumento di ricerca del personale che, secondo il rapporto, aumenterà sino al 3%.

In particolare, le valutazioni effettuate prevedono un calo di occupazione in tutta la struttura aziendale. Nello specifico, nel settore acquisti, secondo lo studio,  si potrebbe arrivare a -10%. Nel settore della finanza previsto invece il -5% e, infine, nelle risorse umane il-7%. Dati negativi ai quali si contrappongono però quelli positivi riguardanti le aree IT ovvero sviluppo tecnico, vendite e marketing le quali avranno una grossa fetta della responsabilità nel processo di trasformazione digitale all’interno delle aziende e assorbiranno più occupati. Nello specifico, secondo il report, gli incremeni lavorativi saranno di oltre il 6% nell’IT, oltre il 5% nello sviluppo tecnico e fino a più del 12% nelle vendite e nel marketing.

“Studi precedenti prevedevano perdite di occupazione comprese tra il 35 e il 62% nell’industria automobilistica tedesca entro il 2030 a seguito del passaggio all’elettromobilità – scrivono sul report – Con questo orizzonte temporale, lo studio considera sia le potenziali perdite di occupazione dovute all’elettromobilità nell’area della produzione di veicoli sia nell’area della produzione di componenti. Di conseguenza, le perdite di occupazione dovute all’elettromobilità nella produzione di veicoli saranno molto inferiori”.

Stando ai dati emersi si è reso necessario infatti adottare contromisure strategiche per attutire gli effetti sull’occupazione. “L’area di produzione dei componenti sarà interessata in modo più grave, poiché la quantità di lavoro richiesta per il gruppo propulsore elettrico cadrà qui rispetto al gruppo propulsore convenzionale – spiegano ancora nel report – Tra le misure ci sono, ad esempio l’apertura di nuove aree di competenza come lo sviluppo e la produzione di celle di batteria. Per quanto riguarda il secondo driver, la digitalizzazione, la crescita dell’occupazione può essere prevista inizialmente anche a medio termine, poiché l’attuazione è molto complessa e richiede risorse corrispondenti”.

Lo studio, va specificato, è stato effettuato su uno scenario che prevede che il numero dei veicoli convenzionali, ovvero quelli con motori termici, diminuisca del 42% entro il 2029. A questa diminuzione dovrà corrispondere, sempre secondo lo studio, un aumento di tre volte, nello stesso periodo, del numero dei veicoli elettrici. Stando a questi dati i cambiamenti effettivi saranno visibili però dal 2025 in poi.

“L’aumento della mobilità elettrica – conclude lo studio – Influenzerà direttamente l’occupazione solo in modo limitato, ma fungerà da innesco e da catalizzatore per ulteriori miglioramenti in una varietà di settori”.

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