Foto Virgilio Motori
La mobilità a zero emissioni offrirà maggiori opportunità alla crescita del paese. E’ quanto sostiene Motus-e, associazione per lo sviluppo della mobilità elettrica, fortemente preoccupata per la presenza parziale, all’interno della bozza di governo relativa al Recovery Fund, di cenni al tema.
Maggiore impatto occupazionale, raggiungimento di target ambientali, decarbonizzazione dell’Unione Europea, ma anche innovazione nei confronti del tema della mobilità sostenibile in Italia. Sono solo alcuni dei fattori sui quali, secondo Motus-e, il paese dovrebbe investire per trovare slanci reali verso un futuro che abbia alla base principi di mobilità e sostenibilità e aumento dell’offerta di lavoro. Nella bozza di governo presentata a gennaio però, il tema relativo alle emissioni pari a zero è stato inserito solo marginalmente. Fattore che, specifica l’associazione, potrebbe significare una perdita di quote di mercato per le industrie italiane dell’automotive, tra cui anche quelle che si occupano di componentistica, servizi e settori elettrici ed elettronici.
Per accedere ai fondi dell’Unione Europea, va specificato, ogni paese dovrà presentare alla commissione un piano nazionale di ripresa e resilienza entro e non oltre il 30 aprile 2021, dopo la valutazione da parte della Commissione europea, avrà il via la prima erogazione dei contributi economici pari a circa 20 miliardi. Si tratta, di fatto, di un documento con il quale ogni stato membro si impegna ad utilizzare le risorse per rilanciare il paese, nello specifico, l’economia dello stesso secondo priorità dettate dall’Unione Europea. Tra queste la transizione al verde, il digitale e l’inclusione sociale.
Motus-e, fortemente preoccupata per l’assenza del tema, considerando inoltre il netto aumento della domanda nei confronti dei veicoli elettrici puri (+32 mila) e ibridi plug-in (+27mila) rispetto all’anno passato, ha proposto una serie di punti con “Interventi più coraggiosi per la transizione alla mobilità elettrica”. Si tratta, nello specifico, di una rimodulazione degli interventi pari a 18,7 miliardi di euro complessivi (fondi già previsti nella bozza del Piano nazionale di ripresa e resilienza).
Tra le proposte portate avanti, l’associazione preme, oltre che sulla necessità di continuare a favorire la mobilità sostenibile attraverso incentivi come quelli degli Ecobonus (almeno fino al 2025), anche su una strategia che preveda una rimodulazione dei 18,7 miliardi verso la filiera della mobilità a zero emissioni. In particolare elettrificando il trasporto pubblico e locale su gomma, effettuando una revisione del trattamento fiscale delle flotte aziendali a zero emissioni, ma non solo. Un’altra delle proposte di Motus-e è quella di sviluppare una rete nazionale di infrastrutture di ricarica con accesso pubblico, in modo da incentivare i cittadini ad una transizione sempre più spontanea. Infine, oltre ad investire risorse nella formazione e nella ricerca in merito alle tecnologie sostenibili, Motus-e propone di creare un fondo per la realizzazione di poli di produzione di celle agli ioni di litio accompagnando la riconversione industriale verso una tecnologia che, indubbiamente, diventerà dominante nei prossimi anni.
I benefici, stando a quanto dichiarano i vertici di Motus-e, non riguarderebbero soltanto l’ambiente, ma anche lo sviluppo sulla filiera italiana dell’automotive che, se valorizzata, porterebbe i cittadini ad avere maggiori opportunità di lavoro oltre che di crescita in termini di mobilità urbana ed extraurbana sostenibile.