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Sicurezza e sostenibilità non sono barattabili. E’ la tematica chiave portata avanti da Claudio Cangialosi, direttore di SicurAuto, nel corso del Forum Automotive 2022. Ad oggi sono sempre di più gli automobilisti che si stanno avvicinando alla mobilità elettrica. La mobilità sostenibile però non può prescindere dal tema chiave della sicurezza stradale, una delle priorità che, secondo gli esperti, andrebbe perseguita parallelamente agli obiettivi riguardanti l’ambiente. Secondo Cangialosi “quel valore in sicurezza stradale oggi rischia di venire barattato con la sostenibilità”.
Nel corso dell’intervento lo stesso ha esposto i diversi rischi sottolineando che è necessario guardare con aspetto critico le statistiche, soprattutto se si parla di sicurezza delle auto elettriche in merito a incidenti e incendi. Secondo quanto emerso dalle statistiche pubblicate dai vigili del fuoco americani, analizzate da autoinsuranceEZ, emerge una minore probabilità di incendio delle Ev rispetto alle Ice, a fronte però di un parco attuale di circa 350milioni di veicoli in cui le Ev rappresentano solo l’1%. La conferma arriva anche da un altro studio effettuato in particolare da Graham Conway, principal engineer del Southwest Research Institute in Texas. Secondo quest’ultimo la probabilità d’incendio in un incidente letale è 2,44% per un’auto elettrica, 3,17% per un’auto tradizionale e 2,21% per un’auto ibrida. Il dato si basa su un numero di incidenti che confronta 20mila sinistri letali avvenuti su auto tradizionali e soltanto 45 auto elettriche.
“Le statistiche di oggi non si possono prendere per buone troppo a lungo – ha spiegato Cangialosi – sono tanti i ricercatori internazionali che denunciano la mancanza di database in grado di tracciare con puntualità tutti gli incendi delle auto elettriche. Senza dimenticarci che le auto elettriche sono ancora giovani e quindi meno soggette ai problemi di usura che portano agli incendi” – ha aggiunto sottolineando che i dati possono essere letti e studiati in modi differenti.
“L’informazione pubblicata da autoinsuranceEZ – ha proseguito – è stata strumentalizzata dalle Case automobilistiche, e da alcuni media poco attenti, per affermare che il problema degli incendi è inesistente”, sottolinea Claudio Cangialosi. “Ma chi fa ricerca ha individuato importanti evidenze che non andrebbero sottovalutate quando si analizzano le statistiche sulle auto elettriche che prendono fuoco” – ha concluso ricordando che, inoltre, le auto elettriche prese in esame sono giovani e non si può prevedere pertanto uno scenario più a lungo termine. Questo dato è estremamente rilevante se si considera che alcune ricerche, dimostrano che le batterie più vecchie hanno maggiore probabilità di andare in “Thermal runaway” rispetto alle nuove.
Ad alimentare le preoccupazioni il fatto che l’industria non ha aiutato la ricerca indipendente in merito. “Perché se le batterie delle EV sono davvero sicure le Case automobilistiche si sono rifiutate di collaborare a test sulla sicurezza promossi da importanti enti di ricerca nazionali? – ha aggiunto Cangialosi – “se il rischio delle auto elettriche non fosse reale, non ci sarebbe neppure un grosso lavoro ai tavoli tecnici per rivedere le norme sui parcheggi sotterranei” – ha evidenziato.
Insomma, statistiche imparziali potrebbero seriamente compromettere la sicurezza alla guida delle auto elettriche barattando il tema cruciale della sicurezza con quello della sostenibilità. “Io non sono per il divieto, sia chiaro, ma sono per la corretta informazione. Non possiamo barattare la sicurezza con la sostenibilità” – ha detto infine Cangialosi – è assurdo quindi che si stia arrivando a una diffusione delle auto elettrificate, prima che venga fatto a monte uno studio puntuale ed indipendente sulla loro sicurezza anche perché i dati, sia dei produttori di batterie che delle Case, sono riservati. Ricordiamoci che sono bastati pochi incendi per far scattare maxi richiami. Quindi 90.000 batterie potenzialmente difettose è un dato da non sottovalutare. Senza dimenticare che i soccorritori sono, ancora oggi, alla ricerca dei metodi migliori per fronteggiare questo nuovo tipo d’incendi. Inoltre, i nostri vigili del fuoco, come abbiamo scoperto, non sanno nemmeno quanti di loro siano stati già formati su questi nuovi rischi” – ha concluso.
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