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La maggioranza degli italiani (82,5%) non prevede di variare la frequenza degli spostamenti abituali nei prossimi tre mesi rispetto ai sei mesi precedenti mentre “una quota non irrilevante” (12,9%) prevede un aumento degli spostamenti invece solo il 4,0% prevede una diminuzione rispetto ai sei mesi precedenti. Lo rende noto l’Istat nel diffondere le stime relative a un’indagine “ad hoc” su come potrebbe variare la mobilità degli italiani nel periodo aprile-giugno 2022 rispetto ai sei mesi precedenti. Non ci saranno sostanziali variazioni sui mezzi di trasporto utilizzati: l’auto privata rimane il più usato dagli italiani ma leggermente in calo (l’82,9% nei prossimi tre mesi contro l’84,3% nei sei mesi precedenti).
Tra coloro che intendono variare il mezzo di trasporto per gli spostamenti abituali, il 38,7% imputa il cambiamento all’aumento del prezzo dei carburanti; il 23,5% varierà il mezzo di trasporto per minori rischi di infezione da Covid-19. I risultati, spiega l’Istat, presentano limitate differenze a livello territoriale: una maggiore propensione all’aumento degli spostamenti si rileva nel Centro e nel Mezzogiorno rispetto alle regioni settentrionali. Considerando l’età, la percentuale di coloro che prevedono di aumentare gli spostamenti abituali è più alta nella fascia di età 18-29 anni (23,9%) e si riduce per le classi di età superiori (9,4% tra gli over 65). Un maggior incremento nell’utilizzo dei trasporti pubblici tra aprile e giugno riguarda i giovani tra i 18 e i 29 anni. Chi varierà la frequenza di utilizzo dei mezzi pubblici lo farà a causa dell’aumento del prezzo dei carburanti (37,7%) e poi per il minor rischio di contagio da Covid-19 (29,7%). Per gli individui tra i 18 e i 49 anni prevale il rincaro del prezzo dei carburanti, seguito dal minor rischio di contagio che invece è il motivo principale per gli over 65 (37,9%). Infine, tra i 50-64enni, pur confermandosi prevalente il ruolo del rincaro dei carburanti (scelto dal 33,3%), si rileva una quota del 22,8% che considera il cambio del regime lavorativo/o di studio quale fattore che influirà sulla scelta dei trasporti pubblici per gli spostamenti abituali. Nel Centro-Sud l’aumento del prezzo dei carburanti ha un peso maggiore (41,3% al Centro e 40,7% nel Mezzogiorno), rispetto al Nord-ovest (31,4%) e al Nord-est (35,3%), nel condizionare la frequenza dell’uso dei trasporti pubblici nei prossimi tre mesi. Al Centro i minori rischi da Covid-19 peseranno di più nella scelta del mezzo pubblico per gli spostamenti abituali (36,3%), rispetto alle altre ripartizioni territoriali.
Giovannini, cambia tendenza verso trasporto pubblico
“Anche se in misura contenuta, i dati dell’Istat sulla mobilità urbana degli italiani nei prossimi tre mesi indicano l’inizio di una inversione di tendenza rispetto al recente passato, a favore dell’uso del mezzo pubblico e i sistemi di mobilità dolce”. È quanto afferma il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, dopo la pubblicazione dell’indagine dell’Istituto Nazionale di Statistica, sollecitata dal ministero per valutare le abitudini degli italiani per la mobilità e la loro propensione verso le diverse modalità di trasporto. “Su tale cambiamento, principalmente indotto dall’allentamento delle restrizioni dovute alla pandemia e all’aumento del costo del carburante, ci auguriamo possano incidere anche gli incentivi introdotti recentemente dal Governo per l’acquisto degli abbonamenti ai mezzi pubblici – aggiunge Giovannini – Più in generale, per realizzare un cambio duraturo della mobilità locale a favore di forme più sostenibili serve una strategia complessiva da realizzare in collaborazione con le amministrazioni locali, anche in un’ottica di decarbonizzazione dei trasporti e di miglioramento della qualità della vita nei centri urbani”. Proposte per la definizione di tale strategia verranno illustrate l’11 maggio nel corso della presentazione online del nuovo rapporto del Mims “Verso un nuovo modello di mobilità locale sostenibile”. (Ansa)