Foto da ilsussidiario.net
“Le auto europee oggi emettono l’1% della CO2 a livello mondiale – ha spiegato il docente – anche ipotizzando un cambiamento radicale al 2035 potremmo ridurre le emissioni dello 0,5%, ci credo poco. Mentre India e Cina stanno crescendo insieme del 5% all’anno, in dieci anni l’Europa riuscirebbe a compensare l’incremento annuale di India e Cina nel mondo. La domanda da porsi è: siamo sicuri che l’investimento massiccio contro il climate change debba essere fatto in questi modi e tempi dall’Europa? L’oggetto è il metodo e il come, non il cosa” – sottolinea ancora evidenziando che “solo l’adeguamento della struttura di ricarica europea per le auto elettriche è stimato in 363 miliardi al momento, a cui vanno aggiunti i miliardi per la produzione di batterie e per tutta una serie di altre cose solo per l’auto, immaginate tutti gli altri dossier tecnologici-industriali aperti”, tempi che renderebbero difficoltoso l’adeguamento.
“Il mercato delle auto elettriche in Italia sta reagendo molto male, nel 2022 c’è stato un calo della domanda, ma perché? – ha detto infine rimarcando la questione – la prima fascia dei prezzi accessibili di auto elettriche oscilla attorno ai 30-45 mila dollari, la seconda fascia tra 50-100 mila dollari, rispetto allo stipendio medio italiano parliamo di 1-2 annualità per acquistare un’auto di prima fascia, 3-9 anni per un’auto di seconda fascia” – ha concluso.
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