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Sono comparsi alle pompe di benzina i primi cartelli con i prezzi medi dei carburanti. Dal primo agosto, i gestori hanno l’obbligo di esporre, oltre ai prezzi praticati, quelli medi della regione o della province autonoma, oppure, sulla rete autostradale, quelli medi nazionali. L’obiettivo è aumentare la trasparenza e consentire ai consumatori di scegliere gli impianti più convenienti. “L’obbligo tutelerà innanzitutto la stragrande maggioranza di gestori onesti”, ha detto il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, sottolineando che al debutto non siano stati registrati intoppi. A fronte dei rincari di benzina e diesel a ridosso dell’esodo estivo, comunque, dubbi sull’utilità della misura e polemiche hanno accompagnato l’avvio dei cartelloni, da parte delle associazioni dei consumatori come dei gestori. Assopetroli Assoenergia ha contestato l’invito di Urso a segnalare le pompe con prezzi anomali lamentando una “campagna di disinformazione, ingiusta e a tratti denigratoria”. Il Tesoro, intanto, con la sottosegretaria, Lucia Albano, ha escluso che ci siano i presupposti per una riduzione delle accise, alla luce dell’andamento dei prezzi internazionali. Mentre il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, ha sostenuto che “il governo Meloni ha tolto gli sconti sulle accise messi dal governo Draghi e ha dato i soldi sulla base di una pressione molto forte di Lotito, alle società di serie A”.
Anche nel giorno del debutto dei nuovi cartelloni, si sono registrati rincari. I dati pubblicati dal ministero delle Imprese e del made in Italy sulla modalità self, che devono essere ripresi ed esposti dai benzinai entro le 10.30 o comunque entro due ore dall’apertura, indicano in autostrada listini medi di 1,984 euro al litro per la benzina e di 1,854 euro al litro per il diesel. A livello territoriale, invece, i prezzi più alti della verde sono quelli della Provincia autonoma di Bolzano a 1,945 euro a litro e della Puglia a 1,943 euro. Sotto la soglia di 1,9 euro si collocano solo le Marche a 1,892 e il Veneto a 1,898. Un benzinaio bolzanino, Stefan Brunner, racconta all’ANSA che anche da lui, come nel resto di Italia, sono stati alzati i prezzi. “Non decidiamo niente, fa tutto la compagnia. Noi su ogni litro guadagniamo 3 centesimi, da quello dobbiamo togliere le spese. Rimane pochissimo”, dice. Il primo giorno dei nuovi cartelli ha portato comunque, per Brunner, una buona notizia: “siamo più in basso del prezzo medio che da oggi dobbiamo esporre”. Una benzinaia di Torino osserva invece che si tratta di “un obbligo in più. Ma se è utile, facciamo anche questo”.
Meno positivo è il parere di un gestore di Genova, secondo cui i cartelli “creano solo confusione per i consumatori, che vedono molti prezzi e non hanno idea di qual è praticato alla pompa”. E anche per un collega romano “alla vista dei cartelloni molti clienti sono rimasti disorientati”. In generale, la prima giornata sembra essersi svolta senza grossi problemi. In alcuni casi, in assenza dei cartelli ufficiali, i benzinai sono ricorsi a soluzioni fai-da-te, altri hanno semi-nascosto i prezzi medi, per esempio sui vetri degli uffici, come è successo a Bari. A Napoli, invece, l’applicazione della misura, che prevede sanzioni da 200 a 2 mila euro per gli inadempienti, è risultata a macchia di leopardo. In alcuni casi, soprattutto nelle periferie partenopee, non ci sono neppure i cartelli con i prezzi effettivamente praticati. Per aumentare la legalità e riordinare la rete dei distributori, il ministero delle Imprese e quello dell’Ambiente, hanno predisposto un disegno di legge che i ministri Adolfo Urso e Gilberto Pichetto hanno presentato alle associazioni del settore. Le novità, attese in consiglio dei ministri dopo la pausa estiva, prima della manovra, prevedono maggiore rigore e controlli sull’autorizzazione alla vendita, chiarezza e prevedibilità nei rapporti verticali tra titolari dell’impianto e gestori, riorganizzazione della rete e riconversione green.