Turismo, dalla natura alla storia: ecco Pietrapertosa

Alla scoperta di Pietrapertosa: borgo nel cuore delle Dolomiti Lucane

Situato a 1.088 metri sul livello del mare e ricco di scorci bellissimi. Oggi siamo a Pietrapertosa, uno dei borghi più affascinanti d’Italia che si erge maestoso sulla cima delle Dolomiti Lucane ed è avvolto da un “abbraccio protettivo” di montagne rocciose. Si tratta del paese più alto della Basilicata.

Un borgo “scolpito” nelle rocce

Con una popolazione di meno di 1.000 abitanti, Pietrapertosa è un borgo dove la natura regna sovrana. Le sue ripide salite e discese impervie richiedono scarpe comode e robuste, ma ogni goccia di sudore è ripagata dall’incredibile bellezza del luogo. La parte più antica del borgo, conosciuta come Arabata, è situata alle pendici del Castello e si sviluppa lungo una strada principale, affiancata da strette stradine e vicoli ciechi. Le abitazioni, spesso incastonate nella roccia, creano un paesaggio mozzafiato.

L’Armonia tra natura e architettura

La terrazza panoramica offre una vista spettacolare su Pietrapertosa, dove tutto sembra in perfetta armonia con l’ambiente circostante. Gli arabi si sono arroccati qui in passato, sfruttando i macigni delle Dolomiti Lucane per osservare senza essere visti. Il borgo, visto dall’esterno, appare minaccioso e imponente, ma era facilmente difendibile dall’interno grazie ai suoi vicoli stretti che finiscono spesso a ridosso della rupe.

Il fascino del castello normanno-svevo

L’Acropoli di Pietrapertosa risale all’epoca delle colonie della Magna Grecia, intorno al IV e V secolo a.C. Il Castello Normanno-Svevo, situato sulla cima della roccia, è un sistema fortificato risalente all’epoca romana e divenuto importante durante il dominio normanno nel IX secolo. Abbandonato nel XVII secolo, il castello rimane una testimonianza storica di grande valore, con ripide scale, necropoli altomedievali, cisterne per la raccolta dell’acqua piovana e un trono in legno ricavato dalla montagna.

L’Arabata: un tuffo nella storia

Alle pendici del Castello si sviluppa il quartiere dell’Arabata, il cuore medievale di Pietrapertosa. Qui, i Saraceni, guidati da Re Bomar, si insediarono nel 838, costruendo abitazioni simili a fortezze adattate al terreno roccioso. Le case, con muri in pietra senza intonaco e coperture in lastre di pietra, riflettono l’architettura semplice e funzionale dell’epoca.

Dalle Scalelle a via Garibaldi

Le scalelle, gradinate scavate nella roccia, rappresentano l’anima di Pietrapertosa, esprimendo la simbiosi tra il paese, i suoi abitanti e la natura circostante. Percorrendo queste viuzze, si percepisce l’amore e il rispetto per l’ambiente che caratterizza la vita in questo borgo lucano. Da non perdere c’è poi via Garibaldi. L’antico “cardo” romano, è la strada principale che congiunge gli elementi più importanti del borgo: la Chiesa Madre a Nord e il Convento di San Francesco d’Assisi a Sud. Lungo questa via si possono ammirare palazzi signorili, come Casa Verri e Palazzo Zottarelli, arricchiti da portali in pietra decorati con motivi floreali, iscrizioni ed emblemi nobiliari.

La Chiesa di San Giacomo Maggiore e l’orologio solare

La Chiesa Madre di Pietrapertosa, dedicata a San Giacomo Maggiore, è un’antica fortezza medievale probabilmente di epoca longobarda. Al suo interno, custodisce affreschi e opere del XVII secolo, tra cui quelle di artisti come Ferro e il Pietrafesa. La chiesa è visitabile solo il sabato e la domenica. In Piazza Plebiscito si trova poi l’Orologio Solare, che riporta in forma stilizzata uno scorcio del vecchio panorama di Pietrapertosa. Il Convento e la Chiesa di San Francesco, fondati nel 1474, sono un altro tesoro storico del borgo, con il coro del Trecento intagliato con scene dell’Apocalisse.

Esperienze da non perdere: il volo dell’angelo

Per un’esperienza indimenticabile, prova il Volo dell’Angelo, che permette di volare sopra le Dolomiti Lucane agganciati a un cavo d’acciaio. Questo emozionante volo parte da Pietrapertosa e arriva a Castelmezzano, offrendo una vista spettacolare sui picchi montuosi delle Dolomiti Lucane.

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