
Dalla natura contaminata alla storia, siamo nel cuore del Salento, dove, a pochi chilometri da Lecce e non lontano dal mare, sorge Acaya, piccolo gioiello di pietra inserito tra I Borghi più belli d’Italia. Con poco più di 400 abitanti, questa frazione del comune di Vernole conserva intatto il fascino di una cittadina fortificata del Rinascimento, unica nel suo genere nel Meridione. Un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, dove ogni pietra racconta una storia e dove il silenzio regna sovrano, rotto solo dal canto del vento tra gli ulivi.
L’ingresso ad Acaya è “un rituale”. Si passa attraverso Porta Terra, l’antico varco costruito nel 1535, che ancora oggi segna il confine tra il mondo moderno e l’atmosfera immobile del borgo. Sulla facciata campeggiano gli stemmi delle famiglie nobiliari legate alla storia di Acaya: gli Acaya, i Vernazza, i De Monti. In cima, la statua di Sant’Oronzo, protettore del borgo, accoglie i visitatori come un guardiano silenzioso.
Appena varcata la porta, si apre Piazza Castello e con essa l’imponente profilo del Castello di Acaya, uno dei più raffinati esempi di architettura militare rinascimentale di Terra d’Otranto. Fu progettato nel Cinquecento da Gian Giacomo dell’Acaya, ingegnere al servizio di Carlo V, per difendere il territorio dalle incursioni saracene. Il castello è un quadrilatero fortificato, con bastioni e torrioni angolari, fossato scavato nella roccia calcarenitica, ampie scuderie, cortili e una raffinata sala esagonale decorata con le effigi della famiglia Acaya. Oggi ospita mostre, eventi e spesso fa da cornice a matrimoni e servizi fotografici, grazie alla sua atmosfera elegante e austera allo stesso tempo.
Il centro storico è un piccolo labirinto ordinato: vie lastricate, case in pietra leccese, silenzi e scorci autentici. Oltre alla piazza principale e al castello, si può camminare lungo le antiche mura difensive, salendo in alcuni tratti per ammirare il panorama sulle campagne salentine, tra filari di viti, uliveti e masserie. Nel cuore del borgo si trova la Chiesa di Santa Maria della Neve, risalente originariamente al XIII secolo ma riedificata nell’Ottocento in stile neoclassico. L’interno è a tre navate, con sei altari laterali e un altare maggiore in stile barocco. Il campanile tardo-romanico e la parte absidale sono tra gli elementi superstiti della struttura antica, a testimonianza dei secoli attraversati da questo edificio sacro. Poco fuori le mura, la Cappella di San Paolo racconta un capitolo quasi dimenticato della cultura salentina: il tarantismo. Qui, come nella chiesa omonima di Galatina, le donne “morso della taranta” venivano accompagnate per ricevere la grazia di San Paolo, bevendo acqua benedetta e ballando al ritmo ossessivo dei tamburelli.
A pochi chilometri da Acaya, si estende la Riserva Naturale WWF Le Cesine, uno degli ultimi tratti di palude costiera sopravvissuti lungo l’Adriatico. Qui la natura regna sovrana tra stagni, dune, pinete e boschi di lecci. Ospita oltre 180 specie di uccelli, tra cui aironi, germani reali e rapaci, ed è percorribile a piedi o in bicicletta con visite guidate che partono dalla Masseria Le Cesine, struttura fortificata del XVI secolo. In primavera, la riserva si trasforma in un tripudio di orchidee selvatiche, rendendo l’escursione un vero spettacolo per gli occhi.