Turismo, dai vicoli senza tempo all’arte: ecco Vetralla

C’è un lembo di Tuscia in cui il tempo sembra respirare più lentamente. Un borgo aggrappato ai Monti Cimini, tra uliveti antichi, boschi fitti e storie che vengono da molto, molto lontano: Vetralla. A pochi chilometri dal Lago di Vico, questa cittadina del Viterbese custodisce quell’essenza autentica del Lazio più segreto, quello che non si concede alle folle ma premia chi sceglie di esplorarla con passo quieto e sguardo attento.

Vetralla è uno di quei luoghi che non alzano la voce, ma incantano con la loro discrezione. Le origini etrusche, i lasciti romani, le ferite medievali, le famiglie nobili che nei secoli l’hanno dominata: tutto vive ancora tra vicoli in pietra, chiese antiche, palazzi signorili e tradizioni che resistono tenaci come gli ulivi che circondano il borgo. Qui, dove ogni autunno si celebra la Festa dell’Olio e ogni settembre la Sagra del Fungo Porcino, si ha la sensazione di entrare in un mosaico di storia, natura e sapori.

Il nome stesso — Vetus Aula, “luogo antico” — rivela la natura profonda del borgo. Le sue radici affondano nell’epoca etrusca e si intrecciano poi con i secoli romani, con le invasioni medievali e con le dominazioni di famiglie potenti come gli Orsini e i Farnese. Questi passaggi di mani hanno lasciato tracce importanti nell’architettura cittadina: mura difensive, castelli, torrioni che ancora oggi raccontano la vocazione strategica e militare del territorio. Passeggiando nel centro storico, quella storia si svela lentamente.

Qui batte il centro dell’antica Vetralla. Piazza Umberto I è un piccolo salotto di pietra, elegante e raccolto, dove si affacciano il Duomo settecentesco e l’antico Palazzo Comunale. Due fontane laterali incorniciano la piazza, mentre i tavolini del bar invitano a una pausa tranquilla, con l’eco dei passi che risuona sui basoli. Da questo punto si diramano le vie più suggestive: via Vecchia, Vicolo del Sole, via San Giuseppe, Borgo Vecchio. Sono percorsi che portano tra archi, scalinate, antichi portoni e finestre fiorite, in un labirinto che restituisce intatta l’atmosfera medievale.

Tra le tappe imperdibili c’è la Chiesa di San Francesco, con la sua cripta e il soffitto ligneo decorato. Poco distante, quasi nascosta, ecco la Chiesa di San Pietro, un gioiello che spesso si apre grazie alla gentilezza dei residenti: la memoria del luogo custodita da mani e cuori locali. E poi la Rocca — oggi rimane solo un torrione, ma basta quello per percepire la vocazione difensiva del borgo e immaginare il passato che lo ha attraversato.

Vetralla non è solo pietra e storia: è anche campagna, prodotti genuini, tradizioni agricole che resistono. I Monti Cimini sono da sempre terra di funghi, soprattutto i celebri porcini che ogni anno attirano cercatori e buongustai. Gli uliveti, invece, sono il vero tesoro della zona: da questi nasce un olio extravergine d’oliva di altissima qualità, celebrato con una festa che riunisce tutto il paese. Nei ristoranti, nelle trattorie e negli agriturismi del territorio, la Tuscia si racconta con piatti semplici e schietti: zuppe, verdure di stagione, formaggi locali, focacce fragranti e dolci rustici come i tozzetti.

Vetralla è perfetta per una gita di un giorno da Roma o da Viterbo, ma anche una splendida base per scoprire: il Lago di Vico, con le sue riserve naturali; borghi come Tuscania, Barbarano Romano, Blera, Ronciglione; le necropoli etrusche immerse nella natura. Senza fretta, con quella lentezza che qui è quasi una filosofia. Vetralla è un invito a rallentare. È un borgo che non vuole stupire con eccessi, ma con i dettagli ricchi di storia e poesia: una pietra consumata dal tempo, una finestra che si apre su un paesaggio verdissimo, un vicolo che profuma di legna o un anziano che racconta storie.

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