Poca novità e incentivi sbagliati, Motus-e “boccia” il modus operandi dell’Italia in merito alla mobilità elettrica. Lo ha dichiarato, nello specifico, il segretario generale di Motus-E, Francesco Naso che, in un’intervista rilasciata all’Ansa ha sottolineato che “l’Italia è lunico paese in Europa che nel 2022 ha visto calare le vendite di auto elettriche, mentre in tutti gli altri paesi aumentavano”.
Questo, secondo il segretario generale, è accaduto per diverse ragioni, tra queste, sottolinea “scarsa propensione alle nuove tecnologie, un clima di incertezza fra pandemia, guerra e inflazione, una narrativa negativa diffusa sull’elettrico, un sistema di incentivi sbagliato”. “Si dice – ha specificato – che l’auto elettrica nel suo ciclo vitale produca più CO2 di quella a motore endotermico, e questa affermazione è smentita da decine di studi. Si dice che le batterie pongano problemi di smaltimento, mentre una volta usurate possono essere usate per gli accumuli delle rinnovabili, e alla fine riciclate. Si dice che non ci siano abbastanza punti di ricarica, ma 2/3 degli italiani ha un posto auto in garage o in parcheggio condominiale: le colonnine sono oltre 36.000, nel 2022 sono aumentate del 41%, in città ogni abitante ha 600 punti di ricarica a disposizione nel raggio di 10 chilometri” – ha evidenziato.
Ma non solo, entrando più nel merito, Naso ha voluto contestare l’affermazione secondo la quale l’auto elettrica distrugga posti di lavoro nel settore dell’automotive. “”Tutto il mondo va verso l’elettrico, andare in quella direzione è l’unico modo per salvare l’occupazione” – ha aggiunto infine – non ha senso mettere a 45.000 euro il prezzo massimo per accedere agli incentivi per un’auto a benzina o ibrida, e a 35.000 per un’elettrica. E poi perché non incentivare le flotte elettriche aziendali, che fanno aumentare le vendite e creano mercato dell’usato?” – ha concluso.
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