In Italia, la situazione della mobilità sostenibile è preoccupante, con meno del 30% degli spostamenti considerati “a basso impatto”, e alcune regioni in particolare in netto ritardo rispetto ad altre. Nel Sud e nelle Isole, l’utilizzo dell’automobile, notoriamente dannosa per l’ambiente, è in “forte crescita dal 2021”, rappresentando oltre il 71% degli spostamenti, come evidenziato nel 20° Rapporto sulla mobilità degli italiani redatto dall’Istituto superiore di formazione e ricerca per i trasporti (Isfort).
Entrando più nel dettaglio, nel Mezzogiorno, l’uso dell’auto sta crescendo, superando di oltre 10 punti percentuali il dato del Nord-Ovest, ma al contempo si registra una diminuzione nell’uso di mezzi sostenibili. Gli esperti definiscono “residuale” l’utilizzo della bicicletta (2%) e notano una “estrema debolezza” nel trasporto pubblico (4,6%), che rappresenta la percentuale più bassa tra le circoscrizioni italiane, nonostante un aumento di oltre un punto rispetto al 2021. Mentre nel Sud e nelle Isole si osserva un arretramento, in altre circoscrizioni c’è una maggiore attenzione alla mobilità sostenibile. Nel Nord-Ovest, ad esempio, si registra un peso significativo sia per la mobilità collettiva, con una percentuale che supera il 10%, sia per la mobilità pedonale. Tuttavia, nonostante l’auto abbia una quota superiore al 60%, è la più bassa del Paese.
Il Nord-Est si distingue per l’uso della bicicletta, che raggiunge il 9%, più del doppio rispetto ad altre circoscrizioni, e mostra una leggera crescita rispetto ai due anni precedenti. Nel Nord-Est, la mobilità pedonale è molto contenuta (16,1%), il dato più basso tra le circoscrizioni, insieme al trasporto pubblico (6,8%). In Centro Italia, l’incidenza delle grandi aree metropolitane, specialmente Roma, contribuisce a una quota maggiore di moto (5,2%) e trasporto pubblico (7,9%), leggermente superiore alla media nazionale. Per quanto riguarda le metropoli, lo studio dell’Isfort evidenzia la crescita del tasso di motorizzazione nelle principali città italiane tra il 2021 e il 2022. Verona registra la maggiore crescita (4,1%), seguita da Torino (4%), Milano e Firenze (2,7%), Roma (2,6%) e Venezia (1,9%). Al contrario, alcune città come Bari, Genova, Palermo e Catania mostrano una crescita più modesta. Solo Napoli mantiene un tasso di motorizzazione invariato negli ultimi due anni.
Nonostante l’aumento del numero di auto, il mercato automobilistico nuovo appare meno dinamico negli ultimi quattro anni, con meno iscrizioni al Pubblico registro automobilistico rispetto al periodo pre-Covid. Ciò ha portato a un’evidente conseguenza: quasi il 60% delle auto in Italia ha più di 10 anni, mentre in altri Stati europei, come Germania o Francia, questa percentuale si attesta intorno al 40%.