Passione, professionalità, presenza e identità fortemente radicata alla “missione” Aci. Donatella Ippolito racconta la storica delegazione Aci di Bari- Amendola, guardando al futuro con obiettivi precisi di crescita e la consapevolezza che “l’unione fa la forza”, anche quando si è titolari di se stessi.
Bari Amendola e ACI, da quanti anni è attiva la delegazione sul territorio?
Sicuramente sono più di 20 anni. Io sono qui da vent’anni, i primi dieci come dipendente, gli ultimi come imprenditrice, in qualità di titolare di me stessa. Già da qualche anno prima però la delegazione era presente nel rione.
Amendola, una zona strategica e di snodo per il capoluogo pugliese: quanto è importante la presenza della delegazione all’interno del territorio?
E’ sicuramente un punto storico del rione ed è anche fondamentale. Si tratta di una zona importante per quello che riguarda il capoluogo pugliese essendo la sede in un luogo di snodo stradale della città. C’è gente in entrata, gente in uscita. Benché sia una strada dove risulta difficile potersi fermare il punto è ben visibile. E’ un riferimento per tutta la città. Posso dirlo perché solitamente quando qualcuno dice “ACI”, fa riferimento a quello di via Amendola. Anche perché la sede è ubicata dov’era fino a gennaio il Pubblico Registro Automobilistico (PRA) quindi indentificano questa sede come una “succursale” dello stesso.
Come definisce il rapporto tra voi e le altre delegazioni presenti nel territorio barese? La competenza viene spartita a zone?
C’è una competitività sana, nel senso che ci aggiorniamo e ci supportiamo. Se ho bisogno di qualcosa chiamo il collega e viceversa. Non c’è rivalità, siamo anzi una squadra. Ognuno coccola il proprio socio, ma non si risparmia nel cercarne un altro. L’affluenza nelle proprie delegazioni è ben distribuita. Qui capitano anche persone che vengono da altre zone per svariati motivi, ad esempio dietro consiglio di conoscenti in zona o perché hanno visto la nostra pubblicità su internet piuttosto che quella di altri. Siamo uniti, cresciamo insieme.
Come ritiene il rapporto con i clienti?
Il rapporto con il cliente non è facile, ma è bello: è importante dirlo. Amo questo lavoro. Non ho una tradizione familiare, posso dire che sono la tradizione di me stessa e ne sono orgogliosa. Ho speso tanto, sono entrata qui che avevo 21 anni. Ho iniziato da dipendente, ho sempre lavorato come titolare, non ho mai lavorato da dipendente, ma sempre nell’interesse dell’azienda, quindi nell’interesse di Aci. Nonostante capitino contrasti con i clienti, continuo con passione in quella che considero una vera e propria missione. Il nostro lavoro è bello perché spaziamo in tanti campi, dall’automobilistico, dall’assistenza. Credo che se i nostri clienti sapessero tutto quello che c’è dietro le quinte, lavorativamente parlando, entrerebbero nel mondo Aci orgogliosi di farne parte perché c’è tanta professionalità, tanta dedizione e tanto lavoro.
Cosa racconta della sua esperienza in qualità di responsabile di una delegazione ACI?
Ho una grande passione per questo lavoro. Essendo ubicata in una posizione strategica, quella che mi identificava anche con il PRA, il più delle volte ero vista soltanto come una figura istituzionale, comparata appunto al PRA. Da gennaio non succede più. Ora vengo identificata come Donatella dell’Aci: non ho più una mia identità personale. Mi fa piacere, vuol dire che vengo ben identificata e di conseguenza lo è anche la mia attività. Il mio obiettivo è quello di far conoscere la mia delegazione come punto Aci che copra a 360 gradi l’esigenza degli utenti. Che possa trattarsi di bollo, tessera, pratica automobilistica o qualsiasi cosa vada oltre questo.
Quali servizi offrite, oltre quelli citati?
Assicurativo, automobilistico, come ad esempio passaggio di proprietà e rinnovo patenti. Tutta l’assistenza per quanto riguarda i servizi Aci, il campo dei rimborsi delle tasse, la documentazione dell’inserimento dei disabili e degli storici. Inoltre anche tutto quello che riguarda altre pratiche come codici fiscali e camera di commercio.
La vostra delegazione durante il lockdown ha attivato misure straordinarie per continuare a lavorare da remoto? Ce ne può parlare?
Si. Abbiamo attivato una mail e un trasferimento di chiamata su un numero il fisso dell’ufficio in modo tale da poter rispondere all’utenza fornendo loro informazioni di carattere generale. L’obiettivo era soprattutto quello di tranquillizzare gli utenti. Ci siamo aggiornati spesso sull’eventuale ripresa che fortunatamente è arrivata il 4 di maggio.
In tal proposito, come state affrontando la ripartenza?
Con tutto l’entusiasmo possibile. Per chi è abituato a lavorare, restare 50 giorni a casa non è stato bello. Ci sono stati momenti di sconforto, ma le chat con i colleghi delle altre delegazioni Aci hanno aiutato a risollevare il morale. La cosa bella di questo lockdown è stato proprio il supporto dei colleghi. Ci siamo sentiti vicini e mi sono sentita supportata da loro e dal direttore, fattore che ha aiutato molto a ripartire con entusiasmo, sicurezza e serenità.
Se pensa al futuro, quali sono gli obiettivi che le piacerebbe portare a termine?
Vorrei portare a termine quello che altri colleghi hanno già ultimato. Ci sono colleghi che vengono da tradizioni familiari, bene, io vorrei proprio questo. Vorrei che la mia delegazione si tramandasse e accrescesse sempre di più i propri obiettivi. E’ un’immagine che mi piace vedere proiettata nel futuro: mi piacerebbe prestare la mia esperienza all’utente e in questo crescere con i numeri. E’ quello per cui sto lavorando anche adesso, possibile anche grazie alla sinergia ACI- SARA, con la quale ho avuto la possibilità di avere in sede anche il campo assicurativo. Stiamo avendo risultati, lo dimostra la crescita costante di soci.
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Dedizione, professionalità e responsabilità racchiudono in breve le caratteristiche di una giovane imprenditrice della quale sono orgogliosa di essere amica.