Ferrari ottiene la certificazione Equal Salary per aver eliminato, con successo, il divario retributivo di genere all’interno dell’azienda. Una grande conquista per il marchio italiano che arriva dopo molti anni di impegno in questa direzione. La stessa azienda, infatti, ha specificato più volte di voler portare avanti, da sempre, valori che vedano l’ambiente di lavoro inclusivo e rispettoso delle differenze, sottolineando, inoltre, quanto la parità di trattamento salariale, sia stata ed è una fonte di crescita. Prima di Ferrari, ad ottenere la certificazione era stata l’azienda Philip Morris.
La certificazione, nello specifico, è stata conferita dalla fondazione svizzera Equal Salary, dopo diversi mesi di valutazioni e studi commissionati alla società di revisione PwC, la quale si è occupata di analizzare posizionamenti, mansioni e possibilità di carriera secondo metodologie riconosciute dalla Commissione Europea. I dipendenti sono stati coinvolti inoltre in studi delle politiche di gestione e sviluppo delle risorse umane attraverso le quali hanno potuto sviscerare i temi di inclusione e diversità per quello che riguarda la cultura aziendale.
“Siamo fieri di ricevere questa certificazione, che rappresenta una pietra miliare importante nel percorso verso il miglioramento continuo del nostro posizionamento e delle nostre azioni per un ambiente di lavoro inclusivo e rispettoso delle differenze. La parità retributiva e di opportunità non riguarda solo un principio di equità. È un pilastro fondamentale per attrarre, trattenere e sviluppare i migliori talenti e stimolare così l’innovazione e la nostra crescita nel lungo periodo” – ha commentato Louis Camilleri, Amministratore Delegato.
Nel corso degli anni, il contributo femminile nell’azienda è aumentato. Dal 2016 al 2019 le dipendenti sono infatti passate dall’11,5% a oltre il 14% dei 4.285 lavoratori. Le donne hanno man mano assunto responsabilità e ruoli di prestigio. “Oggi le donne sono oltre 600, solo nell’ultimo anno ne sono state assunte 70. La certificazione Equal Salary è un’ulteriore tappa di una crescita della presenza femminile all’interno della società. Azioni concrete per permettere la conciliazione e fare in modo che tutti possano perseguire la propria crescita professionale. Senza differenze di genere”- ha spiegato Michele Antoniazzi, responsabile delle risorse umane in un’intervista al Sole 24 Ore.
Insomma, un’ottima notizia per l’Italia, non solo perché è il paese in cui, stando ai dati Eurostat, il gender pay gap, nel settore privato, è al 20,7% (un dato bassissimo rispetto agli altri paesi europei), ma anche perché la presenza femminile nel settore automobilistico è spesso stata carente, lasciando spazio agli stereotipi di genere che per molto tempo non ne hanno permesso l’integrazione. Ferrari apre così le porte a nuove prospettive che vedono l’assenza di differenze di genere come pilastro necessario per una crescita equa e lineare.