Autoscuola Ferrari Putignano, sicurezza e supporto ai nuovi automobilisti: storia e sinergia con Aci

Passione, sicurezza e necessità di offrire supporto costante a chiunque si avvicini alla guida attraverso soluzioni sempre innovative. E’ il principio alla base dell’autoscuola Ferrari, di Aurelio Netti, situata a Putignano e appartenente al circuito Ready 2 Go. Ce ne dice di più Rosita Lippolis, che si occupa, tra le altre cose, dei corsi di guida.

Autoscuola Ferrari: da quanti anni è attiva sul territorio?

Allora, noi in realtà siamo una delle prime scuole guida nate sul territorio. Parliamo di circa 60/70 anni fa. Da circa 10 anni abbiamo preso noi l’attività in mano.

Come mai vi siete avvicinati al circuito Aci Ready 2 Go?

Ne avevamo sentito parlare tramite colleghi. Sentivamo la necessità di voler dare qualcosa di più ai nostri allievi, un surplus, qualcosa che poteva aiutarli a gestire meglio alcune situazioni. Facendo le guide con i nostri ragazzi ci siamo resi conto che non ci trovavamo ad affrontare con loro determinate situazioni. Tra queste ostacoli improvvisi in curva, una guida su asfalto bagnato e molto altro ancora. Erano cose che con loro non potevamo fare, quindi avvicinandoci al mondo dell’Aci, abbiamo visto che loro offrivano quello di cui noi avevamo necessità, soprattutto per gli allievi. I ragazzi adesso ci ringraziano. Sono felici e soddisfatti dei corsi che gli abbiamo fatto fare proprio perché, su strada, si sono trovati poi realmente in quelle situazioni e sono riusciti a gestire al meglio quei momenti particolari.

Ci parli meglio del vostro rapporto con Aci

Un rapporto bellissimo, gestiscono bene le tempistiche. Un lavoro in sinergia perfetta, non ci sono altri modi per descriverlo. Loro conoscono le nostre esigenze, ci ascoltano e sono fattori importantissimi perché lavoriamo nella stessa direzione e verso obiettivi comuni.

Sinergia e obiettivi comuni, tra questi sicuramente una particolare attenzione alla sicurezza stradale, quanto è importante per voi e per i ragazzi questo tema?

La sinergia con il circuito Ready 2 Go è stata importantissima per affrontare al meglio il tema della sicurezza stradale.  Con i ragazzi, personalmente, ho molta premura, mi rendo conto che loro fanno guide con noi che abbiamo doppi comandi e possiamo gestire al meglio le situazioni, ma su strada, quando saranno da soli, senza il nostro supporto, sar diverso. Ci rendiamo conto che è importante far capire loro come gestire il veicolo o ad esempio i tempi di frenata, le tempistiche nel reagire a diverse situazioni. Ogni dettaglio è importante per “guidare sicuri”, per sé stessi e per gli altri. I ragazzi si dividono in due categorie, vanno da un eccesso all’altro. C’è chi vive la guida con ansia, chi è troppo sicuro. Cerchiamo di lavorare su entrambe le cose, in quanto potrebbero trovarsi in determinate situazioni non facilmente gestibili, soprattutto in assenza di un supporto esperto. Ai ragazzi molto sicuri di sé cerchiamo di far capire che non bisogna esserlo troppo, dall’altro lato invece ci sono ragazzi molto ansiosi e non va bene neanche questo. A farla da padrona è la sicurezza stradale, ma fa molto anche il loro modo di approcciarsi alla guida. Cerchiamo di gestirli in base alla loro predisposizione personale, rispettando, ovviamente quella che è la normativa del codice della strada e il rispetto del vivere civile in strada con gli altri conducenti.

E’ stato difficile mantenere alta l’attenzione da parte dei ragazzi in questo periodo delicato che li vede spesso normalmente disorientati a causa dell’emergenza sanitaria?

In macchina va bene, noi ci gestiamo la mezz’ora tranquillamente. Ci siamo dotati di disinfettante, faccio igienizzare le mani a tutti, igienizzo gli spazi, ognuno di loro porta un telo personale, nonostante la copertura che cambio di volta in volta. Il problema nasce in aula, adesso si stancano molto più facilmente rispetto a prima. Hanno bisogno di respirare, con le mascherina è diventato più complicato. Però pian piano si stanno abituando e soprattutto si sono responsabilizzati. Per fortuna i ragazzi non hanno perso la volontà di imparare.

Durante il lockdown avete continuato con l’attività attraverso soluzioni alternative?

No, noi abbiamo chiuso. Non era fattibile, non potevamo fare guide, non potevamo fare nulla. Ci siamo fermati. Ci è sembrato giusto e doveroso farlo. In quel momento era la cosa migliore per il bene di tutti. Abbiamo preferito così, seguendo con molta attenzione tutte le linee guida. E’ stata per noi anche una questione di responsabilità.

Oltre ai corsi presenti normalmente in autoscuola, quali servizi offrite, anche in sinergia con Aci, a chi si avvicina alla guida?

Tra i servizi che offriamo sicuramente non possiamo non citare il simulatore di guida. Molti ragazzi ne fanno richiesta. E’ utile perché funzionale anche alle nozioni teoriche, i ragazzi riescono infatti poi a gestire meglio quelle che sono le varie situazioni, come ad esempio i casi di precedenza. Comprendono meglio le motivazioni, oltre che le nozioni e riescono a farle proprie. Si addentrano meglio nelle diverse dinamiche. L’unica problematica è il tempo, se ne ha sempre troppo poco per farlo fare a tutti. Utili sono anche i driving test. Siamo andati con Aci a Binetto e al Kartodromo della Murgia. I ragazzi sono rimasti molto entusiasti da quelle esperienze. All’inizio quando facevano queste frenate sui teloni bagnati avevano timore, poi hanno imparato, giro dopo giro,  a gestire il veicolo. A loro resta impresso l’effetto dinamico dell’auto, quando freni, la sensazione che ha anche il corpo. Chi sente tremare le mani, chi lo sterzo. Tutte sensazioni che ti fanno entrare in simbiosi con il veicolo e lo fanno maneggiare con cura. Importantissimi per avere maggiore consapevolezza.

Per quanto riguarda il futuro, quali sono gli obiettivi che vi piacerebbe portare a termine?

Ci sono tanti progetti e tanti obiettivi, tra questi vorremmo creare qualcosa per far guidare i ragazzi in aree molto isolate, come accade nelle altre nazioni. Un’area attrezzata per farli familiarizzare con il veicolo, dove dare loro l’opportunità di gestire le manovre con massima tranquillità, senza andare subito su strada, dove ci sono gli altri veicoli, ma anche i pedoni. Qui in Italia si va direttamente in strada, ovviamente cercando zone poco frequentate per le prime guide, ma sarebbe bello per le prime guide. Ma ci adattiamo comunque a quello che è il contesto, ci sono sempre pro e contro, nel nostro caso i ragazzi si interfacciano subito con tutte le dinamiche reali presenti su strada, compresi gli ostacoli.

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