Foto tratta dal libro cinquant’anni di automobilismo sportivo in Puglia pubblicato dall’Automobile Club Bari
L’Automobile Club Pugliese vide la luce l’11 febbraio del 1925 per mano di un gruppo di gentleman sportivi e mondani che, all’epoca, costituivano l’elite della società pugliese. Si trattava di soci dell’antico e glorioso Circolo Barese, dimessisi in blocco quando il regime fascista ne aveva forzato la politicizzazione trasformandolo in Circolo della Stampa. Così, colti dalla volontà collettiva di riorganizzarsi in una libera associazione, un gruppo di questi, pionieri dell’automobilismo nella regione, ha lanciò l’idea di costituire il primo Automobile Club della regione, come già era stato fatto a Napoli, a Pescara e a Cosenza. Alla proposta aderirono in tanti, anche non proprietari di automobili e, così, si formò il primo nucleo di circa 50 fondatori. Tra questi, anche il nobile Luigi Accolti, che fu il primo presidente del Club.
Come sede fu scelto un lussuoso appartamento di via Abate Gimma, nel centro di Bari e dove si realizzarono moltissimi eventi mondani, conferenze e riunioni utili ad organizzare le prime manifestazioni sportive. In quella stessa sede furono avanzate le prime proposte di limitazioni al traffico di automobili in città, da parte di alcuni dirigenti ancora avvezzi all’uso della carrozza. Singolare, vista con la prospettiva odierna, fu la proposta di vietare il transito agli autoveicoli lungo via Sparano.
Nel maggio del 1926, con il nuovo Statuto, nacque l’Auto Club di Bari, sotto la presidenza dell’onorevole Gaetano Re David. Con la sua guida, il Club organizzò la sua prima manifestazione: si trattava di un raduno sociale svoltosi a Cisternino, in provincia di Brindisi, dove una ventina di autovetture e più di 60 partecipanti, percorsero 150 chilometri su strade sterrate e polverose, concedendosi, a metà gara, un momento conviviale rappresentato da un pranzo tipico. Seguì un secondo raduno a settembre di quello stesso anno, per il quale fu scelta come destinazione la città di Taranto. Gare e raduni dove le prime auto sportive, come le Lancia Lambda, le O.M. e le piccole Fiat 509 S. Sfioravano le velocità record (per allora) di 80-90 chilometri all’ora.
Ma intanto, presso le officine delle più note case nazionali e dei primi meccanici artigiani, iniziava già la preparazione per tendere le vetture più veloci e più stabili, mentre gli accessoristi presentavano testate speciali, ammortizzatori e compressori. In Puglia, intanto, giungevano gli echi – a mezzo stampa o per la viva voce degli appassionati del settore – delle grandi gare nazionali di allora: prima tra tutte la Coppa delle Mille Miglia, avviata nel 1927 con la vittoria della O.M. del duo Minoia-Morandi. Durante la stessa gara, nel 1931, il campione Tazio Nuvolari, dopo un famoso duello con Varzi, portò la sua Alfa Romeo 2300 con compressore a superare i 100 chilometri orari di media.
(Foto tratta dal libro cinquant’anni di automobilismo sportivo in Puglia pubblicato dall’Automobile Club Bari)