Secondo i dati del ministero dei Trasporti, in Italia, nel secondo mese dell’anno 2021 sono state immatricolate 142.998 auto: una cifra a cui corrisponde un calo del 12,3% rispetto allo stesso mese di febbraio del 2020. Allargando l’analisi al primo bimestre (gennaio-febbraio 2021), invece, le vetture immatricolate nel nostro paese sono state 277.145, con una riduzione di 13,1 punti percentuali rispetto al primo bimestre del 2020.
A gravare sulle nuove immatricolazioni di auto nel mese di febbraio, in Italia, è certamente la corsa della pandemia da Covid19, anche se il calo del mercato di settore non è troppo drastico grazie al sostegno alla domanda degli incentivi previsti dal governo. È evidente, infatti, come, a differenza dello stanziamento per gli incentivi alle auto “green” è più che sufficiente per far fronte alle richieste nell’intero anno, quello destinato all’acquisto di vetture con alimentazione tradizionale (seppur con emissioni non superiori a 135 gr/km di CO2) si sta esaurendo molto rapidamente. Dal giorno dell’apertura delle prenotazioni, lo scorso 18 gennaio, sono già stati prenotati ben 155 dei 250 milioni stanziati per l’acquisto di queste auto: basandosi su questa proiezione, si può prevedere che lo stanziamento si possa arrivare ad esaurimento per la fine del mese di marzo.
Seguendo la stessa stima, si potrebbe prevedere che per il prossimo mese di aprile le vendite potrebbero essere ancora sostenute dagli incentivi già prenotati precedentemente, ma a partire da maggio, l’effetto congiunto dell’accelerazione della pandemia e della fine degli incentivi potrebbe soffocare il mercato dell’auto. “Fino a prova contraria – commenta Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – l’obiettivo del governo è sostenere l’economia per raggiungere quest’anno quantomeno l’incremento del 4% del Pil previsto dall’Istat. Il raggiungimento di questo obiettivo non è compatibile con un settore dell’auto al collasso. Occorre quindi – prosegue – che il governo rifinanzi immediatamente gli incentivi per le auto più richieste dal pubblico. È anche indispensabile che il Recovery Plan preveda interventi significativi per sostenere il settore dell’auto strategico anche per la transizione ecologica”.
“Pur in presenza di un migliorato clima di fiducia di consumatori e imprese, anche grazie alla ritrovata stabilità politica, con l’avvio delle attività del nuovo governo, sull’opportunità attuale all’acquisto di beni durevoli, fra cui l’automobile, da parte dei consumatori, si rileva un peggioramento nel mese, evidentemente per via di una situazione economica ancora critica che necessita di tempo e interventi adeguati ad una vera ripartenza – spiega Paolo Scudieri, presidente dell’Anfia, l’Associazione nazionale filiera industria automobilistica – Le misure di incentivazione alla domanda, in vigore fino a fine giugno si confermano indispensabili per sostenere il comparto in un momento delicato”.
Un commento di preoccupazione a cui fa eco quello di Michele Crisci, presidente dell’Unrae, l’Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri: “Il dato sulle immatricolazioni di febbraio conferma la pesante condizione in cui versa il mercato dell’automotive – spiega – una situazione critica che fa presagire un drammatico e ulteriore peggioramento quando prevedibilmente a fine marzo, inizio aprile, i fondi destinati agli incentivi saranno esauriti. Auspichiamo – aggiunge – che il governo decida di rinnovare quanto prima il sistema degli incentivi, il cui utilizzo sta dimostrando un grosso beneficio ambientale: le nostre valutazioni, basate sui dati delle vendite, indicano che l’incentivazione governativa dei mesi estivi è stata usata per il 60% per l’acquisto di auto ‘verdi’ ed Euro 6 a fronte della rottamazione di vetture obsolete e inquinanti”.