Mobilità, ricaricare l’auto green costa tre volte più della tariffa domestica: “Serve tagliare”

Foto Virgilio Motori

Ricaricare l’auto green costa tre volte di più della tariffa domestica. E’ quanto dichiarato da Silvia Zambonini, vicepresidente dell’assemblea legislativa Er e consigliera del gruppo Europa Verde, in una riflessione per il Fatto Quotidiano. Secondo Zambonini, in particolare, quella della mobilità elettrica è una risposta efficace alla lotta allo smog, per spingere il mercato dell’elettrico però è necessario abbassare il costo delle ricariche.

I costi troppo alti, sarebbero infatti controtendenza rispetto alla necessità, da parte delle istituzioni nazionali ed internazionali, di incentivare all’elettrico, penalizzando la volontà degli automobilisti intenzionati al passaggio dell’uso dei veicoli a zero emissioni. In Italia, sottolinea la vicepresidente dell’assemblea legislativa Er, il mercato dei veicoli a emissioni ridotte è in “lentissima crescita”. Nell’anno appena passato, le vetture elettriche vendute hanno registrato un +207%, rispetto al 2019, con 32.538 unità vendute. A questi dati vanno aggiunti quelli delle auto ibride plug-in, ovvero le auto che si possono ricaricare direttamente alla presa di corrente.

Sono oltre 27mila le unità vendute nel 2020. L’elettrico, in particolare, ha sfiorato i 60mila veicoli venduti in un anno, con un +250% rispetto al 2019. Segno della volontà dei cittadini di prendere parte al cambiamento. I numeri però subiscono un netto calo se paragonati con le auto totalmente a combustione. Nel 2020, la quota di mercato delle elettriche è stata di appena il 4%. Ragion per cui, secondo Zambonini, il percorso utile per la transizione alla mobilità elettrica deve riguardare diversi ambiti, a partire proprio, sottolinea “Dall’inaccettabile differenza tariffaria del costo dell’elettricit erogata dalle colonnine di ricarica”. In questo senso, un intervento è stato richiesto anche in sede di Conferenza Stato-Regioni nel tentativo di accelerare il percorso avviato dall’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente finalizzato ad abbassare al libello della tariffa domestica il costo dell’elettricità applicato nelle colonnine. Quelle italiane, sarebbero, di fatto, le accise tra le più alte d’Europa.

“Alla Regione Emilia Romagna – spiega – ho chiesto anche un impegno per favorire la diffusione delle cosiddette “Community charger” autogestite, ovvero le colonnine installate e gestite dai Comuni e talvolta direttamente da associazioni di automobilisti, i quali possono ricaricare le loro auto a un prezzo più conveniente rispetto a quello applicato nelle colonnine installate dai fornitori di energia elettrica”. La questione però non riguarda soltanto l’Emilia Romagna, il paradosso del costo delle ricariche delle colonnine, penalizza, di fatto, moltissimi cittadini e cittadine italiani che scelgono di passare all’elettrico, fattore al vaglio delle istituzioni, nel tentativo di spianare la strada lungo il percorso della transizione ecologica.

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