Un borgo che nasce nella valle della Murgia meridionale pugliese, nella provincia di Taranto ma al confine con quella di Brindisi. Una cittadina che, per la sua produzione di ceramiche artistiche e uva da tavola è conosciuta in tutta Italia come “Città delle ceramiche” o “Città dell’uva”: Grottaglie. Pensando di visitare i borghi più belli e caratteristici della regione Puglia, non si può fare a meno di decidere di fare tappa in questa splendida terra natìa delle ceramiche, in cui dal XVIII secolo si è iniziata a scoprire l’eccellenza della produzione manifatturiera.
Il comune di Grottaglie, in effetti, custodisce nel sud del centro storico il fulcro della sua attività artigiana e di ceramiche. Il borgo sorge su una collina a pochi chilometri da Taranto e la sua storia è strettamente legata alla conformazione del territorio che la ospita e che la rende unica: il suolo argilloso su cui nasce la città è, infatti, divenuta nei secoli la base della sua economia, della sua struttura e della sua origine.
Il nome Grottaglie deriva dal latino, presumibilmente dall’appellativo “Cryptae Aliae”, cioè diverse grotte, con cui ci si riferiva agli insediamenti rupestri sviluppatisi nella zona già dal Paleolitico e giustificati dalla presenza di molte grotte, appunto, che si aprivano nelle lame e nelle profonde gravine che caratterizzavano l’area. I monaci bizantini abitarono queste grotte e le affrescarono, mentre nell’anno 1000 gli Ebrei vi si rifugiarono e avviarono attività commerciali. Queste cavità naturali sono tutt’oggi presenti e in parte visitabili, ma lungo la gravina più importante si è formato nei secoli un vero e proprio quartiere di botteghe, forni di cottura e laboratori artistici in cui esperti artigiani hanno trasformato l’argilla, naturalmente presente nel territorio, in oggetti artistici alla base dell’economia locale.
All’interno di frantoi e luoghi ipogei, esperti ceramisti hanno sviluppato una fiorente attività artigianale oggi riconosciuta e apprezzata in tutto il mondo: si tratta dei “Bianchi di Grottaglie”, una particolare tipologia di manifattura locale caratterizzata dall’esaltazione della forma pura attraverso l’utilizzo dello smalto bianco, affiancata alla più tipica e rustica produzione di oggetti di utilizzo comune, soprattutto nella cucina popolare, come terrine, vasellame e gli enormi “capasoni”, contenitori ad anfora per conservare vino e olio.
Visitando Grottaglie, è davvero suggestivo perdersi nei vicoli arrampicati sulla collinetta o che scendono ripidi nella lama, dove si affacciano laboratori artigianali molto diversi tra loro, in cui i ceramisti operano ciascuno secondo uno stile personale, pur utilizzando sempre la stessa materia prima: l’argilla. Il più rappresentativo tra i simboli di questa attività, sempre gettonatissimo tra i turisti, è il famoso “pomo” di ceramica, venduto nelle più svariate dimensioni e colori e che molto spesso si trova agli angoli dei balconi di Grottaglie ma anche delle città limitrofe. Augurio di nuova vita, di perfezione e bellezza, il Pumo è anche un portafortuna unico: concentrato di tradizione, arte è poesia, è generalmente dipinto a mano, ognuno nello stile del ceramista che lo crea.