Foto Virgilio Motori
In Europa, la diffusione delle auto elettriche, tra queste Plug-in e pure, è direttamente proporzionale al tenore di vita di ogni singolo paese. Ma nell’Unione Europea, il 73% delle vendite è concentrato in particolare in quattro paesi. E’ quanto emerge da uno studio di Acea, l’associazione europea dei costruttori di auto.
Il rapporto, in particolare, mette in evidenza che le 100% elettriche e le plug-in hanno rappresentato, assieme, il 10,5% di tutte le auto vendute durante lo scorso anno in Europa. Nei paesi con un Pil pro capite medio inferiore ai 17mila euro, però, la quota delle elettriche è al di soto del 3%. Caso emblematico è rappresentato dai paesi dell’Europa centrale, orientale e della Grecia. Il rapporto, inoltre, evidenzia che i cinque paesi con la più bassa diffusione sul mercato di auto elettrico hanno un altro fattore che ne rallenta la crescita: la presenza di pochissimi punti di ricarica, con una quota dell’1% di quelli presenti in Europa.
Al contrario, le elettriche, contano su una quota del 15% solo nei paesi più ricchi, in paticolare in quelli del Nord Europa, dove il Pil pro capite medio è di olte 46mila euro. In sintesi, il 73% di tutti i veicoli elettrici è venduto solo in 4 paesi europei: Svezia, Finlandia, Olanda e Danimarca. La restante parte, dunque il 27% è distribuita all’interno dei 23 paesi membri.
Il rapporto, sottolinea dunque un tasto dolente, quello dell’accessibilità alle auto elettriche. Per diffondere rapidamente questa forma di mobilità, secondo Acea, sarà necessario effettuare interventi mirati. Per l’associazione, infatti, la Commissione Europea deve intervenire con misure specifiche affinché tutti i paesi possano disporre di queste auto. A maggior ragione, secondo Acea, è necessario intervenire con incentivi adeguati a lungo termine affinché la vendita di tali veicoli, venga stimolata. Infine, Acea, chiede anche che gli obiettivi infrastrutturali, necessari per accrescere il potenziale della conversione alla mobilità elettrica, diventi vincolante, affinché tutti i paesi, grazie ad una rete di infrastrutture capillari, possano rendere possibile una maggiore diffusione della mobilità elettrica e, di conseguenza, sostenibile.