Italia, troppo traffico e vecchie abitudini: mobilità e inquinamento tornano ai livelli pre Covid-19

Foto da ilsussidiario.net

La mobilità in Italia sta tornando ai livelli precedenti all’emergenza sanitaria da Covid-19. E’ quanto emerso dalla ricerca intitolata “L’Italia riaccende i motori della mobilità – Nuove esigenze o abitudini consolidate?” commissionata da Aniasa (associazione interna a Confindustria che rappresenta il settore dei servizi di mobilità) e realizzata dalla società di consulenza Bain & Company.

L’indagine, in particolare, ha avuto come obiettivo quello di comprendere come e se sono mutate le abitudini della mobilità dei cittadini italiani, coinvolgendo un campione di mille residenti nelle città principali. L’auto, di fatto, stando a quanto emerso, resta il mezzo preferito per gli spostamenti. Due cittadini su tre la usano abitualmente. Tasto dolente invece per i trasporti pubblici che, nel post pandemia, fanno fatica a tornare competitivi. Anche per i costruttori non ci sono buone notizie, contestualmente alla diminuzione dell’utilizzo dell’auto privata, diminuiscono anche le vendite. In particolare, secondo l’indagine, la campagna contro le auto diesel e benzina ha fortemente penalizzato il mercato. Per quanto riguarda l’elettrico invece, viene acquistato principalmente nelle grandi città del Centro e del Nord Italia. Inoltre, cresce l’abitudine di acquistare mezzi elettrici dalle flotte aziendali.

In sintesi, la mobilità, se da un lato ha subito una battuta d’arresto, soprattutto per quanto riguarda la questione inerente la sostenibilità e la transizione ecologica (causa soprattutto inquinamento), dall’altra, con il calo del lavoro in smart working e l’aumento degli spostamenti è tornata ai livelli precedenti al Covid-19, tanto da far suonare nuovamente il campanello d’allarme agli esperti, fortemente preoccupati per il dietro-front sulla sostenibilità, anche per la poca abitudine ad orientarsi verso le nuove forme di mobilità. Ad oggi, secondo qunto emerso, gli automobilisti, inclusi i pendolari e gli utenti della micro-mobilità presentano due profili differenti che rendono però impossibile sostituire l’automobile con soluzioni sharing, complici i forti timori del contagio. Fattore che, esattamente un anno fa, secondo alcuni, sarebbe stato “un ricordo lontano” portando i cittadini a cambiare drasticamente le proprie abitudini.

Secondo l’indagine, in particolare, l’auto è utilizzata maggiormente da chi lavora in ufficio, mentre car sharing e monopattini da chi lavora da casa per almeno 3 giorni a settimana (numero fortemente diminuito con il ritorno alla presenza). Preoccupano, inoltre, i dati sulle auto elettriche che, secondo l’indagine, vengono vendute maggiormente nelle grandi città. I consumatori tipo, che si sono orientati verso l’ibrido (mild hybrid nello specifico), sono passati dal 6 al 18%. Stabili invece le alimentazioni a gas che occupano il 9% delle vendite. Cresce, ma di poco, l’elettrico puro che dallo 0,6% del 2019 è passato al 2,3% nel 2020. I dati sono irrilevanti rispetto a quelli di altri paesi, come ad sempre la Francia (6%) e la Norvegia (54%), segno di un percorso che in Italia, soprattutto con il ritorno ai livelli pre pandemici, necessiterà di una maggiore impennata per adeguarsi agli standard europei previsti per i prossimi anni.

“L’analisi conferma che la pandemia non ha sostanzialmente cambiato i consumi di mobilità degli italiani. Che oggi più di ieri si affidano alle quattro ruote per i propri spostamenti” – ha commentato Massimiliano Archiapatti, presidente Aniasa – Per ridurre seriamente l’inquinamento è opportuno abbandonare ogni approccio ideologico e prendere coscienza delle diverse realtà del trasporto in Italia. L’elettrico sta avanzando solo in alcune aree del nostro Paese, trainato dalle immatricolazioni degli operatori del noleggio. Ma per una vera mobilità green occorre soddisfare le esigenze dell’88% che vive al di fuori delle grandi città. Il noleggio di auto nuove e l’acquisto dell’usato fresco e sicuro fornito dal settore può dare un contributo decisivo per la transizione ecologica della mobilità italiana” – ha concluso.

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