La Basilicata è una delle Regioni d’Italia più affascinanti, forte anche dell’intrigo di un territorio tanto verde quanto impervio. E se già da molti era amata per la bellezza delle passeggiate nella natura, dal 2017 sono tantissimi coloro che la scelgono per provare il brivido dell’altezza e della sospensione nel pieno della natura incontaminata. Dal 2017, questa regione attira gli appassionati dell’avventura e tantissimi curiosi anche grazie al “Ponte alla Luna” che, a Sasso di Castalda, costituisce il ponte tibetano più affascinante dello stivale. Una campata unica di ben 300 metri, sospeso nel vuoto a 120 metri di altezza: questo ponte costituisce, insieme al Volo dell’Angelo tra Pietrapertosa e Castelmezzano, una delle più importanti attrazioni naturalistiche per i turisti amanti del brivido.
La storia di questo ponte risale, addirittura, al 1969, quando il giovane figlio di emigrati originari di Sasso di Castalda Rocco Petrone partecipò alla missione Apollo 11 della Nasa, che fece atterrare il primo uomo sulla luna. Il 16 luglio del 1969 a Cape Kennedy, Rocco pronunciò il fatidico “go”, mentre l’Apollo 11 lasciava la Terra per la conquista di un’intera generazione, la Luna. È a questa figura, tanto vicina ai lucani tanto lontana nel tempo e nello spazio che si deve il nome del ponte tibetano che oggi solca le Dolomiti lucane.
Durante l’esperienza avventurosa di Sasso di Castalda, a dire il vero, è possibile mettersi alla prova con due ponti tibetani: il primo, raggiungibile dal paese, è lungo 95 metri e sospeso a circa 70 metri di altezza. Dal suo punto di arrivo si percorre un sentiero e si raggiunge, poi, in circa 15 minuti la partenza dell’impressionante “Ponte alla Luna”. Anche l’arrivo di questo secondo ponte è spettacolare: ad attendere i turisti, è infatti una meravigliosasky-walk in vetro sospesa sul ponte e un belvedere attrezzato. Il ritorno avviene attraverso un altro sentiero; la durata totale del percorso dei ponti tibetani è di circa 2, 5 ore.