Si tratta di uno dei più grandi fenomeni carsici presenti in Puglia. Parliamo della grotta di Zinzulusa situata in particolare in Salento. E’, indubbiamente, parte di una delle narrazioni mistiche più celebri. La leggenda riguardante la grotta di Zinzulusa è infatti ricca di fantasia e magia segno del fatto che in passato, a causa dell’assenza di conoscenza in merito ad eventi scientifici all’epoca inspiegabili, si sia tentato di comprenderne le caratteristiche.
La leggenda si riferisce, nello specifico, alla cavità naturale scoperta nel 1973, situata lungo il litorale salentino, nelle vicinanze di Castro (di cui vi abbiamo parlato in un recente articolo). La tradizione popolare narra che un tempo, vicino quel luogo, vivesse il Barone di Castro, proprietario e signore delle terre situato attorno al paese. Il Barone era un personaggio crudele, malvagio e ricchissimo conosciuto soprattutto per la sua avarizia. E’ qui che entra in gioco la leggenda della bambina, figlia del Barone. Quest’ultima, dal suo papà non riceveva alcun tipo di attenzione, tant’è che, un giorno, si narra che una fata buona si presentò al suo cospetto per donarle un vestito stupendo, stracciando quelli vecchi che indossava. Tutti quelli stracci volarono via nel vento e si posarono proprio sulla grotta, pietrificandosi. Da quel momento, la grotta venne chiamata appunto Zinzilusa.
Secondo la leggenda la fata si occupò anche del Barone che venne invece scagliato nel profondo delle acque sottostanti alla grotta, dove scaturirono, dal fondo marino, delle acque infernali creando un laghetto, chiamato Cocito, che ancora oggi è possibile vedere. Una storia particolare, da raccontare soprattutto ai più piccoli mentre si percorrono le vie all’interno della grotta. La grotta, in particolare, si compone di tre parti distinte. La prima è rappresentata dall’ingresso scavato nel calcare e ospitante la Conca, con le sue acque limpide, la seconda, denominata Duomo, risalvente al Creatico, in cui sono presenti stalattiti e stalagmiti in maniera minore e infine la terza, che ospita le acque del laghetto Cocito. La grotta, considerata tra i fenoneni carsici più importanti del Salento, rappresenta una ricchezza inestimabile per la storia del territorio e delle radici del luogo.
E’ possibile visitarla solo fino ad un massimo di 150 metri attraverso passeggiate con operatori che raccontano ai visitatori nel dettaglio ogni dettaglio della storia e della leggenda di questa grotta tanto particolare. Dopo i 150 metri in cui è consentiva la visita vi è una zona biologicamente protetta alla quale è vietato accedere, se non con autorizzazione. Consigliamo di visitarla soprattutto nel periodo estivo in cui sarà possibile approfittare del caldo per tuffarsi nelle acque limitrofe cristalline e godere inoltre del panorama attraverso i ristoranti presenti in zona. In alternativa la grotta è visitabile anche d’inverno, periodo in cui viene allestito al suo interno il caratteristico e tradizionale presepe.