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Le auto elettriche long range hanno un’autonomia che in media è un terzo in meno rispetto a quanto dichiarato dalle Case costruttrici. E’ quanto emerso da un test organizzato da Motor1.com e InsideEVs al quale ha partecipato anche Ansa Motori.
Si tratta, in particolare, delle vetture normalmente equipaggiate con batterie da oltre 70 kWh. In totale sono state 12 le vetture protagoniste della prova effettuata con il traffico del Grande Raccordo Anulare di Roma. La scelta del luogo non è stata casuale, il Raccordo si snoda infatti lungo 68,2 chilometri e offre l’opportunità di testare le automobili in un contesto che permette di alternare la velocità tipica autostradale a rallentamenti improvvisi e successive accelerazioni, mettendo così alla prova diversi fattore, tra cui capacità di recupero di energia della vettura ed efficienza del motore.
Le auto, nello specifico, hanno viaggiato sulla carreggiata esterna con a bordo un driver. Velocità massima raggiunta 130 chilometri orari con programma di guida normale e climatizzazione a 22°. Lo stile di guida è stato sia progressivo, sia omogeneo e, al raggiungimento del 5% di autonomia residua, ogni driver è uscito dall’A90 alla ricerca della colonnina di ricarica più vicina.
Ad arrivare più lontana la BMX iX, con 6,1 giri di GRA e 416 chilometri (contro i 630 dichiarati). I media i valori di autonomia si sono rilevati inferiori del 33% rispetto al dato dichiarato dai singoli costruttori. Al primo posto in termini di efficienza e consumi si è piazzata la Tesla Model Y Long Range che ha percorso 382 chilometri (a fronte dei 507 dichiarati in fase di omologazione).
La ragione, stando a quanto emerso, potrebbe dipendere dal ciclo di omologazione WLTP che prevede per il 52% del tempo una guida in un contesto urbano e a velocità ridotta, condizione in cui l’auto elettrica riesce inoltre a recuperare più energia massimizzando l’autonomia della batteria. Si tratta però, secondo quanto emerso dalla sperimentazione, di condizioni lontane dalla realtà.
