Il costo della benzina sulla rete italiana resta sostanzialmente stabile nonostante lo choc petrolifero registrato nelle scorse ore. A testimoniarlo è l’elaborazione di Quotidiano Energia, che non registra particolari variazioni applicate dalle compagnie sui prezzi cosiddetti raccomandati, mentre riscontra leggere variazioni al ribasso sui prezzi praticati. I dati giungono all’indomani del crollo senza precedenti registrato per il petrolio Wti, prodotto in Texas e scambiato a New York, che nella serata del 20 aprile, ha chiuso in calo del 305% a -37,63 dollari al barile.
Scenario simile, seppur non con lo stesso grado di allarme, anche per il petrolio Brend – il greggio di riferimento europeo – le cui quotazioni registrano un ribasso del 7%, con un prezzo al barile di 26,23 dollari. Un crollo innescato dal calo della domanda di energia dovuto allo stop delle attività, in particolare quelle del settore dei trasporti, ma he si inserisce anche nell’ambito di uno scenario di dispute tra i paesi produttori. Tuttavia, in un momento di pieno lockdown mondiale, in cui si registra un crollo del 75% dei consumi di benzina e gasolio per il trasporto passeggeri, nell’ultima settimana il prezzo medio della benzina su scala nazionale è diminuito di 1,1 centesimi, passando da 1,422 euro a 1,411 euro al litro.
Ciò emerge dalle rilevazioni del ministero dello Sviluppo Economico che registrano, invece, un calo di 0,9 centesimi al litro per il diesel, che passa da 1,315 euro al litro a 1,306 euro al litro. Una sostanziale stabilità dovuta, essenzialmente, al peso che Iva e accise hanno sul prezzo finale della benzina, pari al 70% circa, a fronte di un 30% per cui, sul listino finale, pesa il costo del prodotto industriale. Una doppia velocità tra il costo del greggio al barile e il prezzo al dettaglio del carburante, nell’ambito della quale il Codacons riscontra un ulteriore margine di eventuale riduzione, al netto delle tasse, di circa 25 centesimi per la benzina e di 15 centesimi per il gasolio.