Aggiornamenti auto con gli smartphone, l’idea di officina è ormai obsoleta?

Foto da cmcars.it

Cambiano le tecnologie automobilistiche e con esse anche il modo in cui fare manutenzione. E’ un dato di fatto: che siano elettriche o tradizionali, ormai sempre più spesso, le auto hanno bisogno di software per l’aggiornamento. Si tratta, nello specifico, di programmi presenti nelle centraline che, ormai, con l’avanzare delle tecnologie, fanno funzionare le vetture e rendono quasi obsoleta l’idea di officina, sostituita da reti sempre più sofisticate capaci di risolvere problemi anche a distanza. L’aggiornamento da remoto, oggi possibile grazie alla tecnologia OTA (Over The Air) utilizzata prima su smartphone e tablet, viene oggi impiegata sulle auto per permettere appunto l’aggiornamento dei software. Il tutto avviene tramite la rete, dunque senza cavo e utilizzando nello specifico un ricevitore di bordo o la scheda SIM integrata capace di connettersi al cloud della casa costruttrice della vettura. Alcuni di questi aggiornamenti, esattamente come accade per gli stessi smartphone, richiedono il permesso, mentre altri si effettuano autonomamente. Sono molte le case automobilistiche che nel corso degli anni hanno adottato questa nuova metodologia di supporto al cliente ritenendola più efficace e celere rispetto alle lunghe attese spesso necessarie per gli aggiornamenti manuali. Non è un caso che tra queste sia inclusa sicuramente la Tesla, la casa californiana di vetture elettriche, che attraverso i software gestiscono l’intero sistema dell’auto, compresa la ricarica. Ma non solo, anche altre aziende automobilistiche appartenenti al mondo dell’auto tradizionale hanno adottato nel corso degli anni la tecnologia OTA. Alcuni modelli Bmw per esempio, equipaggiati con il nuovo sistema infotainment 7.0, possono aggiornarsi con la tecnologia OTA ricevendo perfezionamenti che non riguardano più come in passato soltanto il pacchetto della navigazione, ma anche circa il 100% delle centraline presenti sulla vettura. Lo stesso vale per la casa automobilistica Volkswagen, la quale inoltre, attraverso questa nuova tecnologia intende azzerare gli incidenti entro il 2050. Il progetto prevede di impiegare sui modelli a batteria dei nuovi sistemi operativi che, associati a sensori e processori ultra veloci, gestiranno le funzioni di assistenza alla guida anticipando o addirittura evitando le situazioni più a rischio. Si tratta nello specifico di un metodo di autoapprendimento con il quale sarà possibile regolare gli interventi di correzione durante la marcia. Ma non solo, anche Cadillac di recente ha apportato un notevole cambiamento sulle funzionalità dei propri veicoli, permettendo tra le altre cose un sistema di monitoraggio di chi è alla guida per assicurarsi che sia vigile durante il tragitto in auto.  Insomma, i software sono in costante evoluzione, così come lo sono gli stessi algoritmi che regolano il funzionamento delle tecnologie e rendono possibile risolvere problematiche da remoto, una pratica che a lungo andare sostituirà l’idea di officina. Di fatto dunque, sebbene da una parte possa risultare una pratica invasiva, soprattutto per quanto concerne  le norme che regolano la tutela della privacy, questa nuova opportunità al vaglio delle case automobilistiche e delle continue sperimentazioni in merito metterà sicuramente sempre più al centro la sicurezza dei guidatori.

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