Aumentate del 60% le vendite di biciclette. E’ quanto emerso dai dati di Confindustria Ancma, associazione nazionale ciclo motociclo accessori, in merito a dati riguardanti l’Italia soprattutto nel mese di maggio. Nello specifico, sarebbero oltre 500mila le biciclette acquistate nel periodo posteriore al lockdown. Il merito, secondo gli esperti, va sicuramente ricondotto alla spinta dovuta al bonus mobilità annunciato dal Governo.
Il boom della bike economy rappresenta però una realtà globale legata soprattutto ai nuovi stili di vita e alle nuove abitudini dovute alla pandemia, che giorno dopo giorno stanno diventando sempre più consolidate all’interno del paese, non solo per questioni relative alla necessità di mantenere il distanziamento sociale, ma anche per attuare nuovi stili di vita. Basti pensare che in Francia, le vendite di biciclette, sono aumentate del 350%.
Nonostante questi dati narrino una tendenza positiva ci sono alcune preoccupazioni per quanto riguarda il settore. Prima fra tutte quella che coinvolge un dato di fatto allarmante: l’assenza, in Italia, di una cultura delle due ruote. Secondo gli esperti infatti, il paese è molto indietro per quanto concerne la presenza di piste ciclabili, parcheggi sicuri per le due ruote e norme che regolino la circolazione. Le città, secondo gli stessi, sono infatti a misura di motori, contribuendo alla presenza di ostacoli che mettono spesso in pericolo sia autisti, sia ciclisti. Ma non solo, secondo il Financial Times, il boom di richiesta di biciclette, arrivato in maniera improvvisa e del tutto imprevedibile, non ha permesso a produttori e rivenditori di organizzarsi in tempo provocando uno spiazzamento dell’offerta da parte della domanda. Vi è, attualmente, una vera e propria carenza di bici che, secondo il Financial Times “frena in tutto il mondo la rivoluzione ciclistica”, soprattutto perché i consumatori sono costretti ad attendere molto tempo prima di riuscire ad acquistare il loro mezzo a due ruote.
Insomma, problemi da non sottovalutare che non oscurano però i dati positivi che riguardano sia il significativo cambiamento di rotta, volto a seguire sempre più spesso direzioni tendenti alla mobilità sostenibile, sia per la notevole spinta allo sviluppo della bike economy, in passato spesso messo ai margini.