Festeggerà tra qualche mese le 90 candeline. Lui, Nicola Chieco, è una figura storica per l’Ac Bari Bat: uno dei primi ad insegnare nelle scuole l’educazione stradale, Chieco è stato presidente della commissione Traffico dell’ente dal 1971. Oggi è presidente onorario.
“Il 6 giugno del 1930 – racconta Chieco – si tenne la prima conferenza del traffico dell’Aci e il tema in discussione fu la formazione dell’utente della strada. Un anno dopo sono nato io e sarò nato con una stella particolare perché già dall’età di cinque anni, con i gessetti della mia mamma maestra, disegnavo sul pavimento del terrazzo i binari della linea tramviaria che portavano da piazza Massari al lido San Francesco e con le mollette, le spazzole, qualsiasi oggetto che trovavo per casa riproducevo i tram che andavano e venivano. Mi sono reso conto dopo che avevo una innata propensione alla mobilità, ai mezzi di trasporto. Tant’è che poi successivamente mi interessai molto, a 9 anni, alla sostituzione delle linee tramviarie con le linee filoviarie. Bari si modernizzava con l’impianto delle linee filoviarie e io mi divertivo e mi attardavo a vedere gli operai che mettevano i cavi per la filovia”.
A casa lo immaginavano già ingegnere, ma quegli studi all’epoca non erano perseguibili da tutti. “Mi sono iscritto all’istituto per Geometri, l’attuale Pitagora – continua Chieco – Da geometra ad Ingegneria non potevo passare, perché a quei tempi per accedere ad Ingegneria bisognava provenire da un liceo. I geometri potevano iscriversi ad Economia e commercio e così feci, diventando dottore commercialista”.
Ma la passione per i trasporti non lo ha mai abbandonato. “All’età di 21 anni presi la patente alla scuola dell’Aci e da allora ebbi occasione di conoscere l’Aci. Fu allora che cominciai a rendermi conto dei disagi della circolazione e ad interessarmi maggiormente alla questione. Fu il caso che un professore della facoltà di Ingegneria, prof Signorile Bianchi, allora vicepresidente dell’Ac Bari, si rese conto della mia propensione (io avevo ottenuto un impiego amministrativo in facoltà) e mi disse che dovevano insediare la commissione traffico circolazione come previsto nello statuto del 1927. La commissione era di 30 membri, erano tutti rappresentanti delle istituzioni. Io entrai come componente e ci rimasi fino al 1971 quando diventai presidente. Da allora ho ricoperto sempre quella carica”.
Chieco ha vissuto i vari cambiamenti della mobilità. Aci nazionale è stato l’ente sentito da tutti i governi. Lo stesso codice della strada del 1959 fu proposto dall’Aci che aveva organizzato per i primi dieci anni conferenze annuali in tutta Italia. L’undicesima si tenne a Stresa e diventò permanente. Partecipai anche io a tutte le conferenze di Stresa, fui anche inviato per la Gazzetta del Mezzogiorno”.
Chieco è stato tra i primi a insegnare l’educazione stradale ai più piccoli nelle scuole. “Mia madre maestra che insegnava alla Principessa di Piemonte si preoccupò di avere l’autorizzazione del Provveditore agli studi per fare in modo che un estraneo potesse entrare in aula e parlare ai bimbi di sicurezza stradale. Nel marzo del 1955, io ospite di mia madre, cominciai a parlare di segnaletica ed educazione stradale a 44 bambini. Una delle battaglie dell’Aci era fare in modo che l’educazione stradale fosse insegnata proprio nelle scuole. Passarono anni, fin quando nel 1992 nel nuovo codice della strada l’articolo 230 inserì l’educazione stradale obbligatoria nelle scuole, non come materia curriculare ma da potersi inserire in tutte le materie di studio. A questo punto cercai di portare avanti la mia idea: che quella proposizione della legge faceva in modo che tutte le materie potevano essere legate alla sicurezza stradale. Imparando le altre materie si poteva imparare anche l’educazione stradale”.
L’Ac Bari Bat dal 2001 ha avviato un concorso sulla sicurezza stradale nelle scuole. Concorso che si è tenuto anche in questo 2020, durante il lockdown: tra qualche settimana è prevista la cerimonia di premiazione.