Pandemia e italiani al volante, secondo uno studio, la maggior parte dei cittadini non si sentono sicuri alla guida.
“Mancanza di sicurezza nei confronti delle proprie capacità”, questa una delle risposte più frequenti emersi in seguito allo studio effettuato in occasione della seconda edizione dell’Osservatorio Mobilità e Sicurezza di Continental, realizzato in collaborazione con Euromedia Research e Ernst & Young.
Il 75% degli italiani, tra questi soprattutto over 65, non si sentono completamente capaci al volante. La maggior parte di essi hanno infatti affermato di essersi sentiti costretti a tornare alla guida del proprio mezzo durante l’emergenza sanitaria al fine di evitare mezzi pubblici e dunque abbassare possibilità di contagio. Fattore che non ha dato loro l’opportunità di riprendere familiarità con il mezzo.
Secondo la maggior parte degli intervistati, l’elemento più importante per garantire sicurezza stradale sarebbe proprio la figura del guidatore, seguirebbero poi i freni, i sensori e i sistemi di guida assistita (menzionati soprattutto dai motociclisti), le cinture di sicurezza e infine gli pneumatici. Per quanto riguarda quest’ultimo punto, nello specifico, Il 96,4% degli intervistati attribuisce agli pneumatici una forte importanza sul piano della sicurezza, oltre l’85% ha dichiarato infatti di prestarvi molta attenzione. Si tratta in prevalenza di uomini di età compresa tra i 45 e i 64 anni, residenti nel sud e in aree periferiche. Dati che narrano, dunque di cittadini attenti ai propri mezzi personali, oltre che pronti ad ammettere di non sentirsi abbastanza sicuri su strada. Ma non solo.
I dati raccontano anche di abitudini che, anno dopo anno, in questo momento storico maggiormente rispetto a prima, si stanno modificando drasticamente. Secondo quanto raccolto durante le interviste effettuate dall’Osservatorio, la maggior parte dei cittadini si è dichiarato pronto ad accogliere cambiamenti di tipo sia sociale, sia strutturale, nel tentativo di mantenere i centri urbani maggiormente decongestionati dal traffico e dunque più vivibili.
Maggiore attenzione viene soprattutto dagli over 65 e tra coloro che abitano in provincia, i quali chiedono a gran voce una sostenibilità vera che sia rispettosa dell’ambiente e veda, su strada, veicoli sicuri oltre che ecologicamente puliti. Solo il 15,4% degli intervistati ha dichiarato di preferire monopattini elettrici o biciclette, contro la restante parte che ha invece asserito di preferire le automobili a patto che siano green. Per rendere più fruttuoso il discorso dell’impatto ambientale, il 47% degli intervistati ha suggerito, inoltre, un potenziamento dello smart working e dei servizi di prossimità, il 42,6% ha invece suggerito un sostegno del trasporto pubblico e il 30,04% ha invece suggerito di puntare sull’elettrificazione dei veicoli. Infine, il 29,7% ha proposto di pianificare gli orari di ingresso sia al lavoro, sia a scuola.
Insomma, con l’emergenza sanitaria , sta cambiando radicalmente anche il modo di pensare la mobilità e la sicurezza stradale, minata, secondo quanto emerso, soprattutto da autisti che, sentendosi costretti a tornare alla guida delle proprie vetture, non si sentono totalmente convinti delle proprie capacità e preferirebbero, dunque, che si avviassero discorsi a livello nazionale e internazionale, capaci a trasformare radicalmente lo stato delle cose, al fine di preservare i cittadini e l’ambiente.