Mobilità sostenibile, come sarà da qui a cinque anni? Le previsioni degli esperti

Foto Pixabay

Quando si riflette sulla trasformazione della mobilità da tradizionale a sostenibile, si pensa spesso a quest’ultima immaginandola in un futuro tutt’altro che prossimo. Sono molti gli esperti che, intervenendo in merito, hanno infatti parlato spesso di una trasformazione che avverrà totalmente dal 2030 in poi.  Ma quale mobilità è ipotizzabile da qui a cinque anni?

A porre la domanda, alla quale hanno subito risposto Carlos Tavares e Mike Manley, rispettivamente capi dei gruppi automobilistici Psa e Fca, è stata la Gazzetta dello Sport Motori che, in occasione dello Speciale Motori uscito domenica scorsa, ha sollevato alcune questioni interpellando i capi di alcuni dei più importanti gruppi automobilistici globali.

Secondo Tavares e Manley, consci del contesto attuale che vede il mondo dell’auto cambiare rapidamente, complice la transizione tecnologica nel medio-lungo periodo e gli attuali effetti del Covid-19, da oggi al 2025 il modo di spostarsi cambierà radicalmente con conseguenze inevitabili che avranno impatto in primo luogo sull’industria dell’auto.

Ma non solo, secondo i due esperti, impegnati attualmente alla fusione paritetica che porterà alla nascita di Stellantis, ovvero di una nuova entità che punta a diventare quarto gruppo mondiale dell’auto, il 2025 segnerà “un punto di svolta radicale” che porterà ad una mobilità ancora più sicura e sostenibile.

“La crisi del Covid-19 è e sarà un punto di svolta radicale per la nostra società e per i cittadini nel loro rapporto con la mobilità individuale, con al centro l’importanza vitale della libertà di movimento – ha commentato Tavares che oltre ad essere presidente e amministratore delegato di Psa ricopre anche il ruolo di Ceo per Stellantis –  La nostra industria deve cogliere questa opportunità per reinventarsi in modo da offrire soluzioni di mobilità che rimangano accessibili al maggior numero di persone. Questa è la sfida principale per gli anni a venire e Stellantis rappresenta una grande opportunità per spingersi oltre i confini, grazie alla combinazione di marchi iconici con persone ottime e qualificate, spinte dall’entusiasmo e dalla volontà di creare qualcosa di più importante e non semplicemente più grande”.

Alle parole di Tavares sono strettamente collegate anche quelle di Manley, per il quale da qui a cinque anni, oltre a maggiore sicurezza e sostenibilità, i veicoli cambieranno notevolmente assetto.

“Saranno diversi, connessi e collaborativi, elettrificati ed eco-compatibili, e sulla buona strada per potersi guidare da soli – ha specificato Manely – Anche il nostro settore sarà diverso, poiché le dimensioni e le competenze straordinarie sono necessarie più che mai per affrontare questa profonda trasformazione. Il nuovo e innovativo modello di business che stiamo creando con la nostra fusione con Psa è chiaramente la via da seguire e Stellantis giocherà un ruolo determinante in una nuova e migliore era per la mobilità personale” – ha concluso l’amministratore delegato Fca.

Molti degli obiettivi citati da entrambi rientrano nel piano previsto per la fusione, quest’ultima è iniziata lo scorso 18 dicembre con la firma di un accordo che porterà, nello specifico entro il primo semestre del 2021,  alla nascita della nuova entità che avrà sede fiscale e legale in Olanda. Il titolo di Stellantis sarà quotato anche a Milano, oltre che a Parigi e New York.

Le ipotesi degli esperti, dunque, cercano di rispondere ad un tema riguardante il livello globale, ma si riflettono inevitabilmente anche sull’Italia, paese in cui, sono molti i passi compiuti e molti ancora quelli da compiere per poter avviare la transizione ad una nuova mobilità.

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