Da giudice imparziale a formatore appassionato: ecco Ronny Guarini, commissario sportivo Aci Sport

Pieno di grinta, passione e volontà di continuare a formarsi andando avanti lungo il percorso scelto, in cui non viene mai a mancare l’imparzialità e la professionalità. Parliamo di Ronny Guarini, Commissario sportivo e formatore Aci Sport di origini pugliesi cresciuto seguendo sin da piccolo le orme del papà, Commissario di percorso, che lo ha portato in pista facendolo appassionare ben presto al mondo dell’automobilismo sportivo. Gli abbiamo fatto qualche domanda per conoscere meglio il suo lavoro, ma anche quelli che sono i suoi obiettivi futuri.

Ci racconti dei primordi: come è nata la sua passione per il mondo dell’automobilismo sportivo?

Mi è stata indubbiamente trasmessa da mio padre, uno dei primi commissari di percorso storici di Fasano, una piazza molto importante per l’automobilismo, in cui si respira una cultura motoristica da sempre. Tutto quello che gira intorno alle gare fa parte del mondo auto, la sua organizzazione, le figure necessarie per il funzionamento delle stesse: la passione nasce da qui, dalle basi che rendono possibile lo svolgimento delle gare. Ricordo che, quando negli anni 90 c’era il Superturismo presso l’Autodromo del Levante di Binetto mio padre, impegnato a fare da commissario di percorso, andava via molto presto e io, che avevo 6-7 anni, lo aspettavo con lo zaino pronto dicendogli sempre che non sarebbe andato da nessuna parte senza di me. In quel periodo si respirava un’aria completamente diversa in Autodromo, c’erano gare spettacolari, elicotteri che mandavano le riprese in diretta. Tutto questo mi ha fatto innamorare di quel mondo. Nel frattempo sono passati tanti anni: appena raggiunta la maggiore età sono diventato commissario di percorso (2004), poi piano piano ho iniziato la mia carriera in ambito sportivo.  Nel 2011 sono diventato commissario sportivo regionale e nel 2019 commissario sportivo nazionale.

Nel corso degli anni ha accumulato diverse esperienze che le hanno reso possibile fare della sua passione un vero e proprio lavoro. Ci racconti di più…

La mia è stata una gavetta vera e propria, mi ha consentito di conoscere lo sport automobilistico a 360°. Una gran fortuna, perché a mio parere bisogna avere completezza quando si fa qualcosa. E’ bello conoscere tutte le diverse sfaccettature e io non mi sono ancora fermato. Ho iniziato nell’ambito Kart, perché c’era bisogno di questa figura in quanto non c’erano molte persone formate in merito o, spesso, erano poche rispetto alle competizioni che erano in programma. Questo mi ha consentito di imparare moltissimo permettendomi di “metter le mani in pasta”, perché a livello teorico possiamo studiare ed essere preparati quanto vogliamo, ma l’esperienza si fa sul campo. Ed è quello che consiglio anche durante i miei corsi.

Nel suo percorso è stata (ed è ancora) fondamentale la collaborazione con Aci, come è nata?

Mi sono formato sotto le sapienti mani del dottor Mario Colelli, a cui sono molto legato. E’ stato il mio primo maestro, una figura di riferimento dell’Aci preziosissima, un commissario sportivo nazionale e internazionale di spessore. Lui mi ha molto ispirato, il mio impatto iniziale con Aci lo devo a lui. Pian piano, le esperienze e le conoscenze mi hanno portato a conoscere tante altre persone. Aci è un po’ la mamma di tutto questo movimento bellissimo. Non esistono differenze tra Bari, Brindisi o Lecce: Aci è Aci. Sono disponibile per tutti, così come loro lo sono con me.

Lei, oltre ad essere Commissario sportivo è attivo nel mondo della formazione per i commissari sportivi e tecnici regionali. Come è stato portare avanti i percorsi formativi in questo momento storico?

Ci sono stati molti cambiamenti. Siamo stati costretti a spostare tutta quella che è la parte fisica, il contatto con la gente, le lezioni dal vivo, attraverso incontri online. Inizialmente si era scettici, poi però devo ammettere che si sono rivelati un successo. Abbiamo organizzato il primo corso online con l’Automobile club di Bari grazie a un’intuizione della commissione sportiva presenziata dal dottor Nicola Capriati. Ci siamo messi d’accordo e siamo riusciti a trovare la quadra. In federazione ci hanno così permesso di fare il primo corso online per commissari di percorso: è stato un successone, erano quasi 40 nuove risorse. E’ strano, ma la pandemia, anziché diminuire l’interesse, lo ha amplificato. Lo confermano i numeri, anche quelli delle gare. Il corso è stato molto partecipato e apprezzato, ne sono la prova i questionari di gradimento. E’ stata una grande soddisfazione, ha confermato il nostro lavoro. Visto il successo abbiamo esportato questo corso in federazione, ora è stato esteso a tutto il territorio nazionale. Quel materiale che è stato preparato da noi e dall’Automobile Club di Bari ora è a disposizione di tutti. Si tratta di un “prodotto” personalizzabile a seconda di quelle che sono le esigenze dei diversi territori. Ora ci stiamo preparando alla sessione di esame per nuovi commissari, prevista per il primo giugno. Mi è stato affidato il compito di prepararli, quindi cerco in tutti i modi di trasmettere tutta la passione che ho.

La stessa passione che ha per il ruolo da commissario: ci racconti meglio cosa significa vivere l’adrenalina delle gare sportive dal punto di chi ha un ruolo di giudice imparziale

Il mio è un ruolo molto importante. Le gare in pista ti portano un livello di adrenalina importante perché sei li a decidere quelle che sono le sorti di una gara. In pista c’è molto più agonismo, si corre insieme, ci possono essere delle scorrettezze da parte di alcuni piloti e tu devi essere pronto a giudicarli e a dargli la giusta sanzione. Il che, in un contesto dove i tempi sono stretti spesso è molto difficile. Fortunatamente le tecnologie ci aiutano. Attraverso telecamere e altri strumenti oggi è più facile prendere la decisione giusta consentendo a chi ricopre il mio ruolo di fare un lavoro migliore, ma non nego che le pressioni sono tante.  Quando si è in gara ognuno vuole vincere, c’è chi è eticamente più corretto, chi no. Noi dobbiamo essere pronti a prendere la decisione giusta nonostante sia un mondo dove, di fatto, ci conosciamo tutti. Tante volte sono stato criticato per alcune decisioni, non è mai facile.

La situazione pandemica ha apportato delle modifiche al suo ruolo?

Le mansioni sono rimaste le stesse, ma le responsabilità sono aumentate notevolmente. Normalmente siamo lì a rappresentare la federazione, vigilando che la manifestazione avvenga secondo le regole stabilite dalla stessa. Con la pandemia, oltre a tutte le regole stabilite, abbiamo dovuto attuare anche ulteriori protocolli federali che in collaborazione con la figura del Covid Manager hanno reso possibile una maggiore attenzione nei confronti dello svolgimento in sicurezza delle gare. C’è, insomma, un compito in più.

E’ stato indubbiamente un anno difficile per gli eventi sportivi, ma anche per la formazione. Nonostante questo, anche grazie alla forte sinergia con Aci, siete andati avanti comunque…

Si, non ci siamo mai fermati. In un momento iniziale c’è stata tanta tristezza perché siamo stati fermi e abbiamo potuto fare ben poco. Poi per fortuna l’Aci è riuscita a strappare un protocollo per poter attivare tutte le manifestazioni sportive con il Ministero della salute, quindi si è potuti ripartire a differenza di tanti altri sport a livello professionistico. E’ stato il punto di svolta che ci ha permesso di ripartire anche se non con un freno a mano, ma con due tirati, sempre molto attenti a quello che era il problema principale: questo virus che speriamo scappi via il prima possibile. Dopo tutto questo tempo non se ne può più. Organizzare e partecipare a delle gare purtroppo non è la stessa cosa perché vengono a mancare tante cose importanti, come ad esempio il pubblico che è parte integrante di una manifestazione. A livello burocratico e amministrativo è straziante il lavoro che fanno gli amministratori per organizzare le gare, è qualcosa di fuori dal comune, in questo momento se si vuole andare avanti questa è la strada da percorrere, quindi ci sono tanti sacrifici che devono essere fatti. Nonostante le grandi difficoltà Aci non si è fermata, è stato molto importante.

Quali sono i suoi obiettivi futuri?

Non mi voglio fermare. Sicuramente cercherò di portare avanti tutti quelli che sono gli incarichi che mi sta  assegnando pian piano Aci,  non sono pochi e voglio metterci il massimo. Essere Commissario sportivo è già un bel compito che toglie parecchio tempo, fare formazione per commissari percorso anche. Inoltre sono abilitato al rilascio della prima licenza da pilota. Sono già molto pieno di impegni e voglio portarli avanti tutti, anche quelli che riguardano l’organizzazione di manifestazioni importanti, come il Trofeo del Levante, una mia creazione che va avanti dal 2014 e che con Ivan Pezzolla abbiamo deciso di portare avanti. Andrò sempre dove è necessario e dove posso essere utile. Tutte le esperienze fanno crescere e sono preziosissime. Collaborando si possono raggiungere tanti traguardi che da soli in alcuni casi potrebbero non arrivare mai, io voglio continuare a proseguire su questa strada, al fianco delle persone con cui ho intrapreso questo percorso e delle nuove che arriveranno, con l’obiettivo di fare sempre di più.

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