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“Oggi la transizione ecologica ci impone grandi sforzi, ma deve essere un percorso globale”. Lo ha dichiarato Paolo Scudieri, presidente di Adler Group e di Anfia, l’associazione di categoria dei produttori di componenti per le auto, nel corso di un’intervista per Il sole 24 ore.
Secondo Scudieri, in particolare, quello attuale, è un periodo in cui “c’è grande fermento e spinta innovativa nel comparto automobilistico. L’automotive, per antonomasia è precursore tecnilogico che attiva meccanismi di innovazione industriale e sociale”. Questo però non basta.
“Il cammino verso la nuova mobilità – ha sottolineato Scudieri – richiede all’industria sforzi economici e organizzativi importanti”. In particolare, ha spiegato Scudieri, l’impatto in termini di emissioni di CO2 che attengono al settore auto rappresenta lo 0,9 del totale emesso, è necessario pertanto “essere consapevoli che in ballo c’è un settore da 1,2 milioni di posti di lavoro, 80 miliardi di gettito fiscale, che produce il 20% del Pil”.
Il trend pertanto deve essere globale e, soprattutto, “condiviso con tutti gli attori del mondo”. L’Europa, in questo senso, anticiperà alcune fasi del processo rispetto agli altri, ma questo cammino, spiega ancora Scudieri “non può prescindere da una unamine e globale accettazione dei principi che oggi l’Europa conclama”. Il percorso sarà in salita anche per l’Italia. Le imprese infatti, sottolinea Scudieri, avranno moltissimo lavoro da fare.
In particolare, le aziende, dovranno prepararsi a crescere nel tentativo di divenire maggiormente globali “facendo shopping tecnologico”. “Dove non abbiamo tecnologie specifiche- sottolinea Scudieri – è meglio comprarle o impararle da chi più è avanti”. L’unico fattore di rischio, ad oggi, è il tempo. Entro il 2030 anche l’Italia dovrà allinearsi agli obiettivi fissati nell’Agenda dell’Unione Europea nel tentativo di spostare l’asse su una mobilità ecologica, abbandonando dunque, drasticamente (e per sempre), le vecchie abitudini.