Cinture di sicurezza, una conquista tutta moderna: ecco come e dove sono nate

cinture di sicurezza

Le cinture di sicurezza negli autoveicoli salvano ogni anno migliaia di vite, contribuendo a limitare i danni fisici in caso di incidente. Ripercorriamo la storia di questo dispositivo di sicurezza essenziale, scoprendo quali sono le ultime innovazioni tecnologie e i nuovi obblighi di legge. Le cinture di sicurezza dell’auto, sono una conquista moderna, un dispositivo inventato oltre 50 anni fa obbligatorio in Italia dal 1988.

Sono state senz’altro una scoperta straordinaria; infatti, hanno permesso di salvare tantissime vite umane e hanno aiutato a ridurre drasticamente le conseguenze degli incidenti stradali. Eppure, la diffusione di questo sistema è stata accompagnata da numerose critiche. Inizialmente le critiche sono state rivolte sia dalle case automobilistiche, in quanto hanno dovuto modificare tutti i loro modelli, sia dai guidatori stessi. La convinzione che la guida alle basse velocità rendesse superfluo l’uso delle cinture di sicurezza, infatti, è stato un concetto difficile da estirpare e ha richiesto molto tempo e un forte impegno nella corretta informazione.

La storia – La progettazione e la realizzazione delle prime cinture di sicurezza si deve all’ingegnere aeronautico Nils Bohlin, una persona di grande estro e capacità nata in Svezia nel 1920. Bohlin ha lavorato diversi anni per la Volvo, per la quale nel 1959 sviluppò il primo sistema al mondo che prevedeva l’utilizzo delle cinture di sicurezza anteriori a tre punti. Il progettista svedese non era nuovo a sistemi del genere; infatti, aveva già lavorato in ambito aeronautico ai sedili eiettabili per i piloti. Per questo motivo aveva studiato a fondo le conseguenze delle decelerazioni improvvise sul corpo umano, in particolare i danni fisici che i cambiamenti repentini della forza di gravità possono causare al nostro organismo.

Passato alla Volvo, Bohlin realizzò una serie di soluzioni innovative per ridurre le conseguenze dell’impatto e delle decelerazioni negli incidenti stradali. Tra queste c’era uno sterzo che potesse auto-collassare, un cruscotto imbottito che aprirà la strada alla progettazione dei moderni airbag e appunto le cinture di sicurezza. Ovviamente esisteva già un sistema del genere, tuttavia era composto da delle cinte diagonali e rappresentava una forte minaccia per l’incolumità del guidatore nei sinistri stradali. Le vecchie cinture, infatti, comprimevano il torace e causavano spesso lesioni anche gravi, di cui uno stesso parente di Bohlin fu vittima qualche anno prima della sua esperienza alla Volvo.

Se oggi allacciare le cinture di sicurezza posteriori e anteriori è ormai un’abitudine del tutto automatica, anche grazie ai moderni sistemi montati sulle auto moderne, i quali tramite segnali acustici obbligano gli automobilisti a utilizzarle correttamente, si tratta di una soluzione diventata obbligatoria soltanto poco più di 30 anni fa.  Esattamente, l’obbligo delle cinture di sicurezza in Italia è entrato in vigore nel 1988, con la legge n.111 del 18/03/1988. La normativa però concedeva fino a 12 mesi alle case automobilistiche per mettere in regola i propri veicoli, inoltre riguardava soltanto i passeggeri seduti sui sedili anteriori e non su quelli posteriori.

L’obbligo delle cinture sui sedili posteriori arrivò nel nostro Paese soltanto nel 2003, mettendo fine a una serie di eccezioni legate ad alcuni modelli antecedenti il 1978. Tuttavia, per convincere gli italiani dell’utilità della cintura dietro obbligatoria ci volle molto tempo, specialmente per quanto riguarda la guida in città. La maggior parte degli automobilisti considerava infatti sicura la guida cittadina alle basse velocità, mentre già un incidente a una velocità di 50 Km/h crea una decelerazione di 100 g, ovvero 100 volte la forza di gravità. È come se il nostro corpo arrivasse a pesare 100 volte in più il peso corporeo normale, moltiplicando esponenzialmente i danni causati dall’impatto.

Le statistiche – Secondo alcuni dati statistici le cinture di sicurezza hanno permesso di salvare il 30% delle vite umane, che altrimenti sarebbero decedute in seguito a incidenti stradali. Si tratta come evidente di numeri altissimi, i quali non considerano neanche il valore aggiunto delle cinture ottenuto quando lavorano insieme ad altri sistemi come gli airbag. Complessivamente i sistemi di sicurezza integrati sono responsabili per aver ridotto di oltre il 50% le vittime stradali negli ultimi anni, proteggendo il corpo sia dalle decelerazioni che dall’impatto con il cruscotto e il volante. La sicurezza stradale oggi sta facendo passi da gigante, grazie alla scoperta di nuovi materiali auto-deformanti per la scocca e di airbag sempre più efficienti.

Le nuove norme – Oggi le cinture di sicurezza sono obbligatorie in tutti i Paesi UE, con la possibilità di richiedere su alcuni modelli di auto sportive anche le cinture a 4 punti omologate stradali. Nonostante l’obbligo in Italia il mancato allaccio delle cinture rappresenta una delle infrazioni più frequenti, con l’ETSC (European Transport Safety Council) che ha evidenziato la diffusione di questa cattiva abitudine italiana. Nel nostro Paese appena il 62% delle persone allaccia sempre le cinture anteriori in macchina, mentre le cinture sui sedili posteriori sono usate dal 15% dei passeggeri. Basti pensare che in Germania il 98% degli utenti rispetta l’obbligo delle cinture di sicurezza, sia sui sedili anteriori sia su quelli posteriori, relegando l’Italia a maglia nera in Europa per il mancato utilizzo delle cinture.

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