Scuola di educazione stradale con Aci, al D’Annunzio di Trani gli alunni diventano “Sostenitori di sicurezza”

Dall’educazione stradale, all’educazione civica con un unico intento: insegnare ai bimbi, sin da piccoli le regole fondamentali del Codice della strada, ma anche quelle della cittadinanza attiva e partecipata. E’ l’obiettivo portato avanti da Aci che, tramite diversi moduli erogati nelle scuole pugliesi, in particolare all’Istituto D’Annunzio di Trani, sta insegnando ai futuri adulti del domani regole preziose per diventare già da oggi veri e proprio campioni della sicurezza stradale, ma non solo.

Sono stati 307, in totale, i bambini (dalla prima a alla quinta elementare) coinvolti nel progetto dedicato alla scuola che ha previsto l’erogazione di quattro moduli da parte di Aci: “Trasportaci sicuri”, “2 ruote sicure”, “A passo sicuro”  e “Giovani Campioni della Sicurezza Stradale”. Un modo per insegnare ai piccoli, soprattutto perché più propensi ad apprendere e accettare le nuove regole, l’importanza del rispetto delle stesse, sia in qualità di cittadini consapevoli sia di passeggeri, pedoni oltre che, in futuro, in qualità di autisti.

“E’ stato un percorso bellissimo e ben organizzato – ha raccontato l’insegnante e referente Barbara Carpentieri –  partecipiamo a tanti progetti e concorsi, ma l’organizzazione e la comunicazione di questo in particolare è stata preziosa. Il percorso è stato fortemente voluto dalla nostra preside, Angela Tannoia. E’ stato un percorso non solo di educazione stradale, ma anche di educazione civica. Ha permesso ai piccoli di acquisire competenze teoriche e tecniche, con apprendimenti che potranno avere un’utilità futura” – ha sottolineato elencando gli elementi di forza che hanno tenuto i bimbi incollati agli schermi (in quanto si è tenuto in dad) pronti a partecipare con interesse.

“Non solo educazione stradale, ma anche attenzione all’ambiente e alla cittadinanza attiva – ha proseguito – i piccoli di ora, saranno i cittadini del domani, pertanto è importante che siano capaci di sapere come comportarsi in strada, non solo come pedoni, ma anche in bici, in auto: sia come autisti, sia come passeggeri” – ha specificato. Il percorso erogato nella scuola è stato articolato in moduli e ha coinvolto tutte le classi con percorsi dedicati a seconda delle diverse età. “I moduli sono stati articolati secondo il target – ha proseguito – c’erano moduli differenti affrontati con metodologie simili, tutte rigorosamente in didattica a distanza, che non è stato un limite, anzi, ha permesso una maggiore facilità di organizzazione. Per i più piccoli ci sono stati moduli con modalità più ludica. Non sono mancati video e quiz. I bambini sono stati molto coinvolti. Siamo stati anche molto felici della puntualità con cui, il giorno dopo, sono giunti gli opuscoli relativi a ciascun modulo. I piccoli li hanno riportati a casa facendo da tramite per ricordare anche agli adulti regole fondamentali e comportamenti scorretti” – ha evidenziato.

Anche in questo caso, così come capitato con le altre scuole che hanno preso parte al progetto in collaborazione con Aci, non sono mancati gli interventi dei bambini che hanno raccontato alcuni aneddoti sui propri genitori che spesso “non seguono del tutto le regole”. “I bambini sono genuini e sinceri – ha raccontato ancora l’insegnante – sono intervenuti con interesse e hanno raccontato le proprie esperienze. Qualcuno ha riportato episodi accaduti, come ad esempio i genitori che usano il telefono alla guida. Quando sono tornati a scuola hanno precisato di aver ricordato alle mamme e ai papà di fermarsi per usare il telefono” – ha aggiunto sottolineando l’importanza dei bimbi come tramite anche per gli adulti.

“I piccoli accettano molto più volentieri le regole – ha detto infine – sono precisi e puntuali ed evidenziano quando qualcuno trasgredisce. Investire in loro è importantissimo, non solo imparano in prima persona nozioni preziose, ma le riportano agli adulti, che imparano a loro volta. Saremo felici di proseguire questo percorso con Aci per partecipare ad altri progetti. Non sono solo momenti teorici, ma veri e proprio compiti di realtà che insegnano e trasformano quanto si apprende in conoscenze durevoli tramite momenti coinvolgenti che non possono che restare ben saldi nei bambini” – ha concluso.

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