Autovelox ‘selvaggio’, arrivano nuove indicazioni

Foto: Borderline24

La battaglia è in corso da mesi: da un lato gli autovelox, dall’altro il ministro Salvini che ha annunciato a più riprese di essere pronto a intervenire contro “dispositivo selvaggio”. «Stiamo lavorando al nuovo Codice della strada per ridurre morti e feriti – ha detto il ministro ai microfoni del Gr1 – . Gli autovelox dovranno essere omologati a livello nazionale e i sindaci dovranno spiegare perché li mettono e dove e con quale motivazione». La dichiarazione di guerra, l’ultima in ordine di tempo, arriva all’indomani della pubblicazione sul Sole24Ore dei conti stellari delle multe: 1,5 miliardi di euro in sanzioni per violazione delle norme del Codice della strada. E oggi fonti del ministero di Porta Pia parlano di rispolverare, al più tardi entro un mese, un decreto interministeriale che giace da tredici anni nei cassetti del Mit e del ministero dell’Interno. E i cui contenuti il Sole24Ore è in grado di anticipare. Il provvedimento è in adozione in questi giorni e sarà varato, dicono fonti di Porta Pia, al più tardi entro un mese. Si tratta di un pacchetto di norme che porteranno un poderoso giro di vite agli autovelox con una serie di norme che stringeranno il campo di azione dei dispositivi di controllo della velocità.

Innanzitutto il provvedimento disciplinerà le modalità di collocazione e uso dei dispositivi con cui vengono rilevate le violazioni dei limiti di velocità – spiegano al Mit – in base al criterio esclusivo della tutela della sicurezza della circolazione e di stimolare comportamenti virtuosi. Il decreto disciplina i casi in cui non si possa procedere alla contestazione immediata, per i quali si pone particolarmente l’esigenza che il cittadino non si ritenga “ingiustamente vessato” dall’uso di questi dispositivi. Ma scendendo più nel dettaglio il provvedimento stabilisce anche che i tratti di strada dove gli autovelox possono essere utilizzati devono essere individuati con un provvedimento del Prefetto; ci deve essere la distanza di almeno un chilometro fuori dei centri abitati tra il segnale che impone il limite di velocità e il dispositivo; anche nei centri abitati sono previsti obblighi di segnalamento minimo.

Scatta poi il divieto di installazione nelle strade in cui vigono limiti di velocità particolarmente ridotta: il provvedimento fissa condizioni per l’uso dei rilevatori, disponendo- ad esempio – che non si possano utilizzare i dispositivi per le strade urbane laddove si impongono limiti di velocità inferiori a 50 chilometri orari. Per le altre strade (extraurbane) si può ricorrere all’uso degli autovelox solo nel caso in cui il limite di velocità imposto non sia ridotto di più di 20 km rispetto a quello previsto dal Codice per quel tipo di strada. Al ministero spiegano ad esempio che sulle strade extraurbane principali, dove è fissato dal codice il limite di 110 km orari, il dispositivo può essere utilizzato solo se il limite è fissato ad almeno 90 km orari ma non per limiti inferiori. Contro autovelox selvaggio, e quindi per frenare la moltiplicazione dei dispositivi sulle arterie stradali viene fissata per la prima volta la distanza minima che deve intercorrere tra un dispositivo e l’altro che sarà progressiva per tipo di strada. Infine il decreto precisa che l’uso di dispositivi a bordo di un veicolo in movimento possono essere utilizzati senza contestazione immediata solo nei casi in cui non sia possibile collocare postazioni fisse o mobili. E in ogni caso gli autovelox a bordo delle auto delle forze dell’ordine devono comunque essere riconoscibili.

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