Gli aumenti tariffari RCAuto ben oltre il tasso d’inflazione, oggetto del recente tavolo del Ministero delle Imprese e del Made in Italy a seguito della convocazione della Commissione di allerta rapida sui prezzi, con tutta probabilità potevano essere previsti e fermati se si fosse intervenuto prima su alcune criticità che “Sportello dei Diritti” e altre associazioni di categoria tra cui AIPED “Associazione Italiana Periti Estimatori Danni) e Federcarrozzieri, avevano denunciato per tempo. Anche se, meglio tardi che mai, se adesso con l’esposto a firma di Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” forte della sua ultraquarantennale esperienza nel settore assicurativo, si attiveranno procedimenti di controllo da parte delle Autority interessate, Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (IVASS) e Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Antitrust), su prassi di alcuni gruppi tra le compagnie operanti nel mercato nazionale, che a parere delle suddette associazioni potrebbero aver comportato effetti negativi sulle tariffe applicate.
Tra le cause dei rialzi, infatti, avevamo segnalato la scellerata scelta da parte di numerose società assicuratrici di affidarsi per la stima dei danni a quelle che avevamo già definito, non a caso, perizie “fatte in casa” nate nel periodo d’emergenza da “Covid – 19” o anche quelle svolte da rider. Si, i fattorini delle perizie. Le prime si svolgono a mezzo app o videoperizie da remoto a mezzo delle quali è il danneggiato stesso a fotografare o video riprendere il proprio veicolo e a trasmetterne i contenuti digitali alle compagnie o società all’uopo dedicate salvo poi far effettuare le stime da soggetti non meglio identificati. Le seconde, a mezzo di veri e propri fattorini “sottopagati”, non iscritti al Ruolo Nazionale Periti Assicurativi che, come gli addetti delle consegne a domicilio, si recano sul posto allo scopo di effettuare fotografie dei veicoli danneggiati o da verificare e dei luoghi dei sinistri. L’ultima, sciagurata strategia, ma forse la più ingannevole, è quella d’indirizzare gli assicurati – tramite dei veri e propri broker e, quindi, con l’inevitabile richiesta di costi d’intermediazione che vanno a ricadere sui premi – presso strutture riparative convenzionate comunicando capziosamente che le officine sarebbero incaricate di svolgere la quantificazione dei danni. Insomma, delle trovate per abbattere i costi delle perizie ma, che alla fine, vanno a svantaggio della qualità di un servizio indispensabile nel sistema del RCAuto: ossia la stima e il controllo e la valutazione dei danni che fa la differenza sul costo medio dei sinistri e sulla possibilità di sventare i tentativi di frode. Tutte prassi che però sono illecite in quanto, com’è noto e come ricordato in un recente comunicato dell’AIPED “Associazione Italiana Periti Estimatori Danni), “l’attività peritale è disciplinata dagli art. 156, 157 e 158 del Codice delle Assicurazioni Private. Tali norme prevedono che l’accertamento e la stima dei danni alle cose derivanti dalla circolazione costituiscono attività professionale riservata agli iscritti al RNPA (ndr Ruolo Nazionale Periti Assicurativi) e come tale non possono essere svolte che da persone fisiche e non da società alle quali è inibita l’iscrizione al ruolo Consap.”Per tali ragioni, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” con l’esposto depositato in data odierna chiede a IVASS e Antitrust un «pronto e tempestivo intervento degli organi di vigilanza destinatari della presente, volto a verificare la legittimità di queste pratiche e se tra le compagnie vi sia o meno un’intesa, più o meno tacita, finalizzata a legittimarle. In ogni caso, lo scrivente ritiene necessario che le autority competenti, controllino la correttezza e la corrispondenza alle leggi vigenti anche di mercato delle pratiche indicate e in caso di esito positivo provvedere ad adottare tutte le misure utili atte a interromperle e a sanzionare le società che le utilizzano»