Domani la giornata mondiale senza le automobili: ce ne sono troppe in circolazione

Mentre in Europa si discute il futuro dell’automotive con la data del 2035 fissata per il passaggio a motori più puliti un’iniziativa torna, come ogni anno, per evidenziare il problema delle troppe auto in circolazione: si tratta della giornata mondiale senza auto che cade domani 22 settembre, lunedì.

Un problema non da poco quello delle troppe auto in circolazione: nel 2024 nel mondo ne giravano 1,45 miliardi, chiaramente la maggior parte a benzina o gasolio, ma la proiezione arriva a 2 miliardi di auto proprio nel 2035.

L’iniziativa prende le mosse negli anni ’70 quando la crisi petrolifera portò al blocco della circolazione. L’Islanda fu la prima nel 1973 a vietare in alcuni giorni la circolazione. Seguì poi l’Italia dove si avviarono le giornate a targhe alterne e poi le giornate ecologiche. Poi nel 1994 la Commissione Ue si fece carico ufficialmente dell’iniziativa varando: “in città senza l’auto”. Lo scorso anno in Italia furono 71 le città coinvolte nell’iniziativa con diversi appuntamenti, passeggiate collettive, incontri e manifestazioni sportive.

Il 22 settembre in moltissime città del mondo si celebra il Car Free Day, l’evento che incoraggia tutti quanti a lasciare a casa l’automobile, così da riscoprire il fascino delle proprie città senza traffico. – spiega l’organizzazione – La giornata mondiale senza macchine – World Car Free Day viene festeggiata in circa 1.500 città sparse in 40 Paesi diversi, secondo modalità spesso diverse ma accomunate da un unico vero obiettivo: ridurre il numero di automobili nelle strade, e quindi il traffico e l’inquinamento”. Il manifesto dell’organizzazione recita: la dipendenza dall’automobile ha portato alla diffusione globale di uno stile di vita socialmente ed ambientalmente distruttivo.

Nel 1950, c’erano al mondo 70 milioni di automobili, camion e autobus. Nel 1994, ce ne erano già nove volte tanto, ovvero 630 milioni, numero che a partire dal 1970 è cresciuto ad un ritmo di 16 milioni di veicoli l’anno. Se questo tasso di crescita continuasse, nel 2025 ci sarebbero più di 1 miliardo di veicoli a motore sulle strade di tutto il mondo. Questi consumano 37 milioni di barili di petrolio al giorno, metà del consumo mondiale. I gas emessi sono responsabili di quasi metà dell’inquinamento dell’ aria e di almeno un terzo delle emissioni di gas serra. Ma il problema sono tutte le auto, non solo le più inquinanti: le automobili, siano etichettate come ‘pulite’, ‘verdi’, o in altro modo, sono diventate una delle principali cause di invalidità e morte in quasi tutti i Paesi.

Il traffico veicolare a motore uccide un numero di persone quattro volte superiore alla guerra – 1.26 milioni di persone all’anno. Questo vuol dire più di 3.000 persone uccise nelle strade ogni giorno, senza neppure contare il contributo all’asma, al cancro, alla leucemia ed alle malattie polmonari. Quando a questi si aggiungono i 10-15 milioni all’anno di feriti e invalidi da incidenti stradali (senza contare i danni agli animali) il problema raggiunge proporzioni veramente catastrofiche. A questa tragedia si aggiunge il fatto che le automobili danno forma e distorcono il nostro ambiente urbano. Sostituiscono a comunità vitali, piacevoli ed a misura d’uomo, ambienti a bassa densità, frastagliati, concepiti per permettere di essere da qualche altra parte il più velocemente possibile. Poichè l’automobile è responsabile di una tale sequela di impatti negativi sull’umanità e sulla natura, le comunità libere dall’auto costituiscono una pietra angolare della società sostenibile. Perseguendo principi ecologicamente e socialmente inclusivi, possiamo costruire ambienti stimolanti, belli, armoniosi ed a misura d’uomo. Creando un habitat orientato alla mobilità pedonale e ciclistica, – dice l’organizzazione – possiamo reintrodurre l’attività fisica nella vita di tutti i giorni. Possiamo rendere le mete più accessibili a bambini, anziani, poveri e disabili”.

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