Dalle concessionarie ai cimiteri delle auto: ecco l’iter dell'”invenduto” in Italia

Le auto invendute sono un fenomeno che è sempre più diffuso sia a livello nazionale che internazionale, purtroppo, in questo prolungato periodo di crisi economica globale. I cosiddetti cimiteri di auto nuove di zecca, ma rimaste senza un guidatore per un qualsiasi motivo, stanno aumentando. Come conseguenza di ciò, diversi Paesi, incluso l’Italia, stanno fronteggiando diversi problemi, soprattutto di natura ambientale, oltre che economica.

Le auto invendute 2021 sono in genere il risultato di una produzione eccessiva di veicoli da parte delle industrie del settore. La pandemia da Coronavirus ha scoraggiato gli acquisti in quasi qualunque ambito economico, soprattutto quello dei trasporti. Di conseguenza, la domanda si è notevolmente ridotta, nonostante i diversi incentivi statali e aziendali per incoraggiare i potenziali clienti ad acquistare un veicolo nuovo. Tuttavia, non sussistono dei dati precisi che quantifichino la gravità di questa situazione, ma se ci si reca in un qualunque concessionaria auto, è possibile esaminare delle auto ancora nuove, che ancora non sono state sottoposte a immatricolazione, e con un chilometraggio risibile, se non addirittura nullo.

Di norma, quando una casa automobilistica è in possesso di un considerevole numero di auto invendute presso i propri depositi, vende le stesse ai concessionari a un prezzo scontato. I concessionari, praticando un ulteriore sconto, le vendono ai propri clienti come veicoli a Km 0. Ma un veicolo invenduto presente in una concessionaria può venire acquistato anche dopo molto tempo. Per esempio, tra il 1989 e il 1991, l’Alfa Romeo ha prodotto poco più di 1.000 veicoli del modello SZ. Le ultime auto sono rimaste invendute e cedute ai concessionari. Questi ultimi sono riusciti a venderle a metà del prezzo di listino, tre o quattro anni dopo che la produzione del modello SZ era stata interrotta. Oggigiorno, l’usato vale tantissimo.

Cosa succede se neanche i concessionari riescono a vendere le auto invendute? Succede che vengono trasportate in una zona abbastanza grande da ospitarle. Di fatto, si crea un cimitero delle auto. Non venendo più sottoposte a manutenzione, si deteriorano fino a raggiungere un punto di non ritorno. L’industria automobilistica in toto, anche a svalutarle in modo considerevole pur di darle via, non può cessare la sua attività di produzione di nuovi modelli. Se lo facesse, dovrebbe chiudere centinaia di fabbriche e lasciare migliaia di dipendenti a casa. Il che peggiorerebbe il già grave quadro economico. Lo stesso scenario avverrebbe anche nelle aziende specializzate nella produzione di componenti per le auto.

Qual è la situazione riguardo allo stock auto invendute in Italia, così com’è stata riportata in un’indagine realizzata dall’Automobile Club d’Italia nel mese di maggio 2021? Prima di tutto, sono state registrate 142.730 immatricolazioni. Ma la perdita numerica si aggira sulle 55.000 vetture, con un calo del 27,9% rispetto al maggio del 2019. E proprio il mese di maggio 2021 ha registrato un calo del -12,7% e -17,1% rispetto ai mesi di marzo e aprile 2019. Nel 2020, sono state vendute 100.000 vetture. Questo ha comportato un recupero del +43%. Ma tra gennaio e maggio 2021, l’industria automobilistica italiana ha perso 735.125 unità (fonte: sito dell’Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri).

 

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