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“In Italia, solo un veicolo immatricolato su 20 è completamente elettrico. La situazione di mercato è triste”. Ad affermarlo Francesco Naso, segretario generale di Motus-E, l’associazione italiana che riunisce operatori industriali, la filiera automotive e il mondo accademico con l’obiettivo di promuovere la mobilità elettrica nel Paese, secondo il quale “In Cina, un’auto su due è elettrica. Negli Stati Uniti lo è un’auto su dieci. In Europa, invece, una su sei. L’Italia non è esattamente rappresentativa di quanto sta succedendo nel mondo”.
Secondo Naso, più nello specifico “si tratta di una questione industriale da analizzare: in dieci anni, nel mondo siamo passati da 10mila a 40 milioni di auto elettriche, un’auto su cinque immatricolata nel mondo è elettrica. Il costo delle batterie è sceso di sei volte in cinque anni e calerà di un ulteriore 50% nei prossimi due anni”. Inoltre, ha sottolineato che “si registra una crescita dei volumi di elettrico nel mondo quest’anno di circa il 40%, con mille miliardi investiti nell’industria della mobilità elettrica”.
Naso ha poi proseguito dicendo che “dobbiamo andare sul mercato con dei prodotti di massa. Serve un cambio di passo e come associazione crediamo sia molto importante emarginarsi dall’idea che arroccarsi sia un modo per guadagnare valore. Più del 70% delle auto che provengono dai produttori cinesi sono endotermiche, non elettriche. Ci troviamo a dover competere sull’innovazione, come ha detto anche il rapporto Draghi: dobbiamo investire sull’innovazione di prodotto e delle batterie. Serve maggiore certezza normativa: non possiamo pensare di cambiare i regolamenti da un anno all’altro. Servono anche fondi comunitari e un coordinamento tra gli attori dell’energia e dell’auto, per crescere insieme armonicamente”, ha concluso.