“Attualmente in Italia i prezzi dei carburanti, al netto delle tasse, sono inferiori alla media della zona euro ma il maggior costo alla pompa per gli automobilisti è dovuto alla componente fiscale”. La notizia giunge dal presidente dell’Unione Petrolifera, Claudio Spinaci, che, in occasione dell’assemblea annuale dell’associazione, ha parlato di un extra costo di oltre 4 miliardi di euro per gli italiani rispetto ai consumatori dell’eurozona.
Durante un intervento in cui ha illustrato i dati, il presidente ha precisato che il maggior onere fiscale è ora pari a 11 centesimi di euro per litro per la benzina e 14,6 centesimi per il gasolio. Secondo il rapporto presentato, il periodo più buio dell’emergenza sanitaria ha portato ad una crisi della domanda di carburante pari al 70%-80% tra i mesi di marzo e aprile del 2020, a cui si è aggiunto il crollo del prezzo del petrolio sui mercati internazionali, che si è ridotto in due settimane del 60%, generando in pochi giorni, secondo Spinaci, un ammanco di cassa per il settore superiore ai 4 miliardi”.
“La situazione è parzialmente migliorata con l’uscita dal lockdown totale – ha precisato – ma per l’Italia resta ancora fortemente deficitaria e con un saldo previsto, a fine 2020, di meno 15% rispetto al 2019. Per il 2020 si stima che la fattura petrolifera potrebbe ridursi di 9,7 miliardi di euro rispetto allo scorso anno, nell’ipotesi si mantengano fino a fine anno gli attuali valori medi del cambio e delle quotazioni”, ha concluso.