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Rendere i marciapiedi sicuri attraverso l’adozione di un sistema di rumore artificiale per monopattini elettrici e non solo. E’ la richiesta dell’UICI di Roma, effettuata attraverso una petizione, nel tentativo di incrementare la sicurezza soprattutto per i pedoni non vedenti.
Ridurre il rischio per i cittadini non vedenti e ipovedenti, questa la richiesta presente nella petizione dal titolo “Monopattini: Micro mobilità”, o mine vaganti?”, portata avanti dall’UICI di Roma che, in seguito a diverse problematiche riscontrate su strada, ha stilato una serie di richieste.
Tra queste, l’adozione dell’AVAS (Audible Vehicle Alert System), un sistema di rumore artificiale capace di segnalare un mezzo in movimento. Ma anche l’adozione di un sistema di GPS che regoli automaticamente la velocità dei mezzi a 6km/h, l’identificazione dei siti in cui è consentito lasciare il mezzo, in maniera tale da evitarne l’abbandono indiscriminato, con il conseguente intralcio del transito dei pedoni e, infine, l’inibizione, da parte delle società, al noleggio dei veicoli qualora si accerti uso improprio degli stessi. In tal proposito, l’UICI ha sottolineato la necessità di ottenere speciale attenzione da parte della Polizia Municipale al fine di scoraggiare atteggiamenti pericolosi e illegali i quali potrebbero risultare gravemente dannosi per i pedoni e non solo.
Si tratta di un problema che sta facendo molto discutere negli ultimi tempi. Ultimamente, nello specifico, l’utilizzo dei monopattini elettrici è diventato sempre più diffuso, soprattutto nei centri urbani. Un scelta di mobilità sostenibile che, nonostante abbia a suo vantaggio molti lati positivi, dall’altra, a causa dell’uso scorretto, ma anche della mancanza di percorsi adeguati o regolamentazione dell’uso, risulta molto pericoloso tanto da minacciare la sicurezza dei pedoni.
I monopattini, in quanto silenziosi, sono infatti altamente difficili da percepire, soprattutto nei casi in cui chi li guida sfreccia su strada e, in molti casi, anche sui marciapiedi. Problematica non indifferente, quella che riguarda inoltre l’abbandono degli stessi sui marciapiedi, con conseguente intralcio per pedoni, tra questi non vedenti, ipovedenti, ma anche genitori con passeggino o cittadini su sedia a rotelle.
A questa battaglia, stanno lentamente prendendo parte moltissime realtà di diverse città italiane. Anche l’UICI di Torino, per esempio, si è impegnata ad affrontare il problema.
Al momento sono state raccolte oltre 1400 firme. L’obiettivo è sicuramente quello di accrescere questi numeri affinché un problema considerato “di pochi”, diventi un problema di tutti e ponga fine ad una questione sulla sicurezza stradale a cui, secondo l’UICI, va trovata soluzione immediata.