Una mobilità condivisa maggiormente organizzata farebbe risparmiare almeno 935 euro a famiglia in un anno. E’ quanto emerso da uno studio effettuato dalla Fondazione Caracciolo di Aci.
E’ un dato di fatto, il timore del contagio spinge ormai i cittadini verso un utilizzo sempre maggiore dell’automobile privata. Il costo medio annuo riguardante l’automobile personale calcolato tra acquisto, carburante, tasse e spese di esercizio ammonta però a 3.926 euro. Una spesa cospicua che, secondo lo studio della Fondazione Caracciolo di Aci, potrebbe nettamente ridursi con l’inserimento di buone pratiche, per giunta sostenibili, come quello dello sharing, prontamente supportate dalle politiche nazionali, oltre che locali e regionali.
L’indagine, effettuata dalla Fondazione attraverso alcuni test sulle strade di Roma, ha evidenziato che i costi indiretti delle inefficienze della mobilità si ripercuotono notevolmente sulle tasche delle famiglie.
Una mobilità condivisa funzionale, stando ai dati, farebbe risparmiare in media alle famiglie dai 390 ai 935 euro rispetto all’utilizzo dell’auto personale. Secondo la Fondazione, che ha presentato alla Luiss di Roma lo studio sulla mobilità condivisa nelle città italiane, nello specifico, ogni spostamento urbano costa mediamente 4,5 euro in scooter sharing, 7,2 euro con un’auto condivisa e 11,9 euro in taxi. Spese elevate se rapportati a quelli del trasporto pubblico pari a 1,5 euro.
Confrontando i costi di spostamento tra chi si muove con il veicolo personale e chi invece preferisce le altre tipologie di mobilità, la Fondazione Caracciolo ha constatato che l’automobile di proprietà risulta la soluzione meno cara, questo però solo per chi percorre più di 8.000 km ogni anno, sia in ambito urbano, sia in ambito extraurbano. La convenienza dei sistemi di sharing può dunque cambiare drasticamente la vita dei cittadini, solo in presenza, stando a quanto dichiarato dagli esperti che ne hanno valutato pro e contro, di adeguate politiche pubbliche, di cui adesso il sistema sharing è carente.
Secondo la Fondazione, uno scenario auspicabile di promozione della mobilità sostenibile dovrebbe avere una riduzione dei costi di car sharing di almeno il 15% con un abbattimento della durata delle corse in taxi di almeno il 10%. Si tratta di dati che riguardano, nel primo caso, la necessità di trovare soluzione alla mancanza di parcheggi riservati per il servizio, nel secondo alla necessità, invece di rivedere le strade, riducendone la congestione e aumentando le corsie preferenziali. Nello specifico, le alternative all’auto privata risulterebbero maggiormente convenienti con percorrenze complessive annuali inferiori a 11mila chilometri.
Dati, quelli della Fondazione, che non solo hanno come obiettivo quello di evidenziare lo stato di funzionamento del sistema della mobilità condivisa su territorio italiano, ma mirano anche a sensibilizzare alla filosofia dello sharing che, secondo la Fondazione, non solo apporterebbe minori costi annuali, ma indubbiamente, inciderebbe moltissimo anche sullo stato di salute degli stessi cittadini, oltre che dell’ambiente.