La Bridgestone, seconda casa di produzione di pneumatici al mondo, ha registrato nel 2020 la prima perdita annuale da circa 70anni. Il calo, come è facile immaginare, è stato determinato dalla progressiva riduzione delle attività sociali durante i mesi più bui della pandemia da Coronavirus, che ha limitato in modo drastico la circolazione di veicoli.
In effetti, durante lo scorso anno, l’azienda giapponese ha registrato un rosso di 23,3 miliardi di yen, equivalenti a 181 milioni di euro, rispetto all’utile di 240 miliardi di yen nel 2019. Ancora, è sceso del 35% il risultato operativo, che is attesta a 223 miliardi di yen, mentre il fatturato ha segnato un calo del 14,6%, a causa della flessione delle vendite di pneumatici per automobili e furgoni (-16%) ma anche di quelli per camion e pullman (-13%). Il calo più drastico del volume di affari è avvenuto nel primo semestre del 2020, in concomitanza con il lockdown imposto quasi a livello globale e la conseguente riduzione della libertà di movimento della popolazione. Le vendite di pneumatici hanno visto la curva risalire lievemente nell’ultimo trimestre del 2020, in Europa e negli Stati Uniti, ma non in maniera sufficiente a bilanciare il passivo dei primi sei mesi.
Per tutto il prossimo anno, l’azienda fa una previsione di un utile in rialzo dello 0,5%, pari a 261 miliardi di yen e un fatturato di circa 3.000 miliardi. L’amministratore delegato della casa produttrice, intanto, Shuichi Ishibashi ha annunciato che l’azienda prevede un ampio piano di ridimensionamento della produzione, nella misura del 40%, nei prossimi due anni.