“Stupor Mundi” è l’epiteto con cui Federico II di Svevia rinominò la sua amata Puglia, terra che per le sue bellezze paesaggistiche entrò nei suoi occhi e, senza dubbio, tra i suoi luoghi del cuore. Aveva solo 27 anni Federico II quando arrivò in Puglia per la prima volta, nel 1221, restando ammaliato dalle distese del Tavoliere e dal paesaggio collinare della Murgia. Egli però comprese, come da sua propensione, anche le grandi potenzialità del territorio dal punto di vista geografico e politico, grazie alla sua posizione perfetta a metà strada tra il suo amato Medio Oriente e lo Stato Pontificio. Federico decise, negli anni, di stabilire in Puglia le sue dimore di svago: numerosi castelli e fortezze che sono il simbolo della sua magnificenza e del suo amore per la cultura e il paesaggio; luoghi misteriosi dove ancora oggi si mescolano storie e leggende che riflettono la complessa personalità del giovane imperatore, rimasta scolpita nella storia, per cui oggi, quelle aree, mantengono ancora l’identificazione di Puglia imperiale o Puglia federiciana.
Il castello di Barletta
Il Castello Svevo di Barletta è la fortezza più grande della Puglia ed è sicuramente uno dei luoghi simbolo dell’epoca di Federico II: è proprio qui, infatti, che l’imperatore annunciò al mondo la sua partenza per la Sesta Crociata. All’arrivo dell’imperatore, il castello di Barletta ha una struttura irregolare e asimmetrica, ma Federico, nella più classica delle sue espressioni di amore per il bello, decise di abbellirlo e trasformarlo da roccaforte difensiva a sfarzosa reggia per la sua corte. Fra il 1224 ed il 1228 eliminò la parte orientale e costruì la sua domus federiciana, evidenziando tutti gli aspetti decorativi ed architettonici del castello.
Castel del Monte
Si tratta, ancora oggi, di una fortezza di eccezionale bellezza, tra i più misteriosi e controversi monumenti italiani, situato nell’Altopiano delle Murge a 540 metri sul livello del mare, a circa 18km da Andria. Dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, il castello federiciano era presumibilmente la dimora di caccia dell’imperatore, ma sussistono ancora grandi dubbi sulle origini del maniero e sulla sua funzione. Caratteristica misteriosa e affascinante del castello, che lo rende unico al mondo, è la particolare struttura ottagonale della sua pianta e delle sue otto torri. Forma e numero che, secondo gli storici, richiamano la figura della corona di Federico II, simbolo della sua gloriosa presenza in Puglia.
Cattedrale di Andria
Anche la Cattedrale di Andria è legata alla controversa e gloriosa figura dell’imperatore svevo: al suo interno, infatti, sono custodite le tombe di due delle mogli di Federico II: Jolanda di Brienne e Isabella d’Inghilterra.
Castello di Gioia del Colle
Anche il Castello di Gioia del Colle è un luogo ricco di misteri, profondamente legato al giovane imperatore e, in particolar modo, ai sentimenti di quest’ultimo nei confronti del suo unico vero amore: Bianca Lancia. Nel periodo della lotta con i comuni della Lega Lombarda, mentre era ancora sposato con Jolanda, infatti, Federico II di Svevia fu ospitato dal conte Bonifacio d’Agliano, che gli presentò sua moglie e le sue tre figlie. Una di queste era proprio Bianca, una quindicenne di rara bellezza di cui Federico si innamorò perdutamente dal primo momento. Bianca discendeva per via materna dai Lancia, una famiglia piemontese fedelissima alla casata sveva. L’amore tra i due fu sofferto e destinato a consumarsi per lo più clandestinamente, ma darà anche alla luce Costanza, Manfredi e Violante. Leggenda narra di un episodio in cui Federico, accecato dalla gelosia, tenne rinchiusa la giovane amante proprio in una torre del castello di Gioia del Colle. La sensibile Bianca, sopraffatta dal dolore e dalla disperazione, decise di tagliarsi i seni per vendetta, inviandoli all’imperatore su un vassoio. Federico decise allora di sposare Bianca sul letto di morte, come segno del suo sincero amore, legittimando così i tre figli e consentendole di diventare per pochi giorni l’imperatrice.
Il castello svevo di Trani
Il Castello Svevo di Trani è un altro dei magnifici esempi di costruzione federiciana, voluta dal sovrano al rientro dalla crociata in un punto di difesa ottimale, sia dagli attacchi nemici sia dall’impeto delle onde del mare, mentre l’altezza delle torri avrebbe consentito di sorvegliare le vie di accesso e non solo il porto. L’imperatore fu il primo a concepire un’organizzazione di stato centralizzata, per la quale tutto il movimento economico e finanziario del Paese si raccoglieva sotto il suo controllo, ma con particolare attenzione all’attività commerciale degli ebrei ed alle loro specifiche doti mercantili. E la presenza di ebrei in Puglia è storicamente documentata sin dall’età imperiale romana ed ancora oggi esiste a Trani una radicata tradizione ebraica. Alla comunità tranese Federico concesse, caso davvero eccezionale, il monopolio del commercio della seta grezza e della tintoria. La strategia politica si unì a un profondo rispetto, un rispetto universale nei confronti dell’altro grazie al quale sarà ricordato come un modello puro di tolleranza, di integrazione e interazione culturale.
Manfredonia, il castello e la spiaggia
All’interno delle sue corti, Federico amava circondarsi di personaggi sapienti, medici, letterati e giuristi della cultura ebraica, un’abitudine vissuta anche da Manfredi, il suo figlio prediletto che, secondo le narrazioni, ereditò gran parte dei vizi e delle passioni del padre. È proprio nelle sale del castello di Trani che saranno celebrate le nozze tra Manfredi ed Elena Ducas o di Epiro, molto sfarzose e solenni. Ma il giovane re di Sicilia legò il suo nome alla cittadina pugliese di Manfredonia, fondata nel 1256, alla quale conferì il proprio nome in segno di prestigio e potenza.